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È sempre colpa dell’allenatore? (VIDEO)

Da Luis Enrique a Fonseca, passando per Spalletti e Garcia, la Roma e il delicato rapporto con gli allenatori

Paulo Fonseca è finito nell’occhio del ciclone. Criticato da stampa e tifosi, il tecnico portoghese sembra in discussione e, al contempo, avanza lo spettro di Allegri, ipotesi di mercato che sembra avere forti basi di fondamento. Qualora Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca venisse esonerato, il suo successore sarebbe il 9° tecnico dall’avvento della Roma americana con Thomas Di Benedetto:

  1. Luis Enrique (2011-2012)
  2. Zdenek Zeman (2012-2013)
  3. Aurelio Andreazzoli (2012-2013)
  4. Rudi Garcia (2013-2016)
  5. Luciano Spalletti (2015-2017)
  6. Eusebio Di Francesco (2017-2019)
  7. Claudio Ranieri (2018-2019)
  8. Paulo Fonseca (2019 – att.)

Otto allenatori in una decade scarsa, un periodo in cui il solo Rudi Garcia è riuscito ad iniziare la terza stagione senza però concluderla. Una storia che si ripete puntualmente. La Roma fatica a dare seguito e credibilità ad un progetto tecnico in grado di dare un’impronta riconoscibile dal punto di vista tecnico ed economico, ma anche semplicemente una continuità in cui lo spogliatoio possa riconoscere nel proprio allenatore un vero e proprio leader insostituibile.

Ma è davvero sempre colpa dell’allenatore? La risposta a questa domanda sta diventando sempre più un’ossessione nella mente stessa dei tifosi e dei giornalisti che tutt’oggi si ritrovano a puntare il dito nei confronti dell’ennesima guida tecnica, un altro malcapitato verrebbe da pensare. Vediamo dunque i risultati raggiunti e la durata del percorso dei predecessori di Paulo Fonseca.

Luis Enrique (2011-2012, risultato: 7° posto in Serie A)

Il tecnico asturiano è stato il sogno romantico della primissima Roma griffata Franco Baldini e Walter Sabatini. Lo spagnolo non ha centrato l’obiettivo: il ritorno in Europa League. Risultato maturato a fronte di una forte assenza di continuità dei risultati, un’identità di gioco riconoscibile ma non funzionante a fronte anche di una rosa evidentemente non all’altezza e poi rivoluzionata nelle successive due stagioni. Al termine del suo primo anno giallorosso, Luis Enrique ha deciso non proseguire la sua avventura. Queste le sue parole d’amore per il Club e per i tifosi nel giorno del suo addio e le motivazioni della sua rinuncia alla carica di allenatore:

Zdnenek Zeman (2012-2013, risultato: esonerato alla 23a giornata) e Andreazzoli (7° posto e finale di Coppa Italia persa)

Il tecnico boemo era stato acclamato a gran voce dai tifosi stessi. La scelta societaria è chiara: un altro ritorno romantico per rilanciare la Roma e al contempo accontentare la tifoseria. Zemanlandia 2.0 non riesce e l’allenatore viene esonerato dichiarando: “Mi dispiace per i tifosi della Roma, ho cercato di dare tutto”.

Franco Baldini amaro: “L’unica decisione da poter prendere”, poi le parole d’orgoglio di Walter Sabatini in un faccia a faccia con i tifosi giallorossi all’uscita dello studio Tonelli: “Io sto malissimo per questa situazione, la stagione non finirà così. Zeman è stato sfortunato ma vedrete che questa storia non finirà così”. La stagione finisce peggio. Squadra affidata ad Aurelio Andreazzoli, finale di Coppa Italia persa e settimo posto in campionato, ancora una volta risultato sportivo non raggiunto.

Rudi Garcia (2013-2016, risultati: due secondi posti e un esonero alla 20a giornata della terza stagione)

Rivoluzione Sabatiniana nell’estate, Rudi Garcia scelto come allenatore e una Roma stupisce l’Italia intera: secondo posto per due anni consecutivi, squadra che si affaccia nuovamente in Champions League seppur con qualche batosta di troppo contro Barcellona e Bayern Monaco.

Nel corso della terza stagione di Rudi Garcia le cose non vanno come dovrebbero, il gioco viene meno e la Roma sembra lenta e prevedibile. I risultati mancano, i giallorossi vengono eliminati dalla Coppa Italia dallo Spezia e alla 20a giornata di campionato Garcia perde il posto.

Luciano Spalletti (2015-2017, risultati: un terzo posto da subentrato e un secondo posto)

Lo Spalletti bis per risollevare una squadra altrimenti smarrita. I risultati vengono parzialmente centrati: nella stagione da subentrante i giallorossi arrivano terzi qualificandosi ai play-off di Champions League, poi severamente persi per mano del Porto di Nuno Espirito Santo. Ma la squadra mostra comunque di essere competitiva, il percorso in Europa League e in Coppa Italia si interrompe bruscamente soltanto quando il calendario si infittisce nella parte finale della stagione e la rosa evidenzia alcune carenze nei ricambi.

Spalletti fallisce il turn-over, la Roma proseguirà la parte finale del campionato conquistando la qualificazione diretta in Champions League nel giorno dell’addio di Francesco Totti. Il dualismo proprio con la storica bandiera giallorossa ha inclinato parzialmente il rapporto con la tifoseria: terminata la stagione, il tecnico di Certaldo decise di non proseguire la sua avventura lasciando però uno spiraglio aperto per una terza esperienza in giallorosso: “Non escludo il ritorno”.

Eusebio Di Francesco (2017/2019, risultato: un terzo posto, una semifinale di Champions League e un esonero alla 27a giornata nella seconda stagione)

Per sostituire Luciano Spalletti si individua la figura di Eusebio Di Francesco, romanista e allenatore in rampa di lancio dopo le sorprendenti stagioni del Sassuolo in Serie A. Il tecnico abbruzzese compie una prima stagione fenomenale nonostante qualche risultato altalenante soprattutto in Serie A. Campionato concluso al terzo posto, conquistando quindi la qualificazione alla Champions League successiva.

E’ proprio nella massima competizione europea che si consuma un percorso miracoloso: la Roma elimina 3-0 il Barcellona e approda nelle semifinali di Champions League dove poi viene eliminata dal Liverpool di Klopp in una doppia sfida al cardiopalma.

Nella sua seconda stagione Eusebio Di Francesco non riesce a ripetersi, in campionato il percorso si complica e in Champions League viene eliminato agli ottavi di Finale dal Porto, che si conferma bestia nera dei giallorossi nella storia calcistica contemporanea. Alla 27a giornata di campionato viene esonerato e con lui salta anche il direttore sportivo Monchi: al suo posto subentra Claudio Ranieri che terminerà la stagione al 6° posto.

Paulo Fonseca (2019 – oggi, risultato: un 5° posto)

Nella stagione successiva nasce la Roma di Petrachi e Fonseca, profilo basso e rinascita che passa per il cosiddetto “anno zero”. Il direttore sportivo dura meno del tecnico questa volta, Petrachi viene licenziato per giusta causa e il tecnico portoghese raggiunge il quinto posto e un ottavo di finale di Europa League (perso con il Siviglia poi campione della competizione).

Senza direttore sportivo Fonseca viene confermato per l’inizio della nuova stagione ma proprio nelle ore in cui si disputa la prima gara di Serie A sorgono i primi dubbi e il pareggio per 0-0 con il Verona di Juric scatena un’inattesa ondata di critiche proprio nei confronti di Fonseca. Sullo sfondo avanza la figura di Massimiliano Allegri che più avanzano le ore più sembra essere un prepotente candidato alla successione di Paulo Fonseca già nelle prossime settimane.

E’ dunque sempre colpa dell’allenatore?

Tornando al quesito posto in origine nel presente articolo, trovare una risposta è decisamente arduo. Al netto dell’assenza dei trofei, non sono però mancate stagioni di piazzamenti e risultati importanti quanto prestigiosi. Eppure, alle prime difficoltà l’operato dei tecnici è sempre stato messo in risalto rispetto a qualsiasi altra carenza (e non sono mancate) palesate all’interno del club: dalla dirigenza all’organico a disposizione. A rimetterci? Un progetto tecnico che non ha mai avuto stabilità e possibilità di decollare veramente.

Il prossimo step

Ai Friedkin adesso spetta apparentemente un primo banco decisionale nel comparto tecnico: dare ancora fiducia a Fonseca e proteggerlo da un ambiente improvvisamente incendiatosi dopo un pareggio per 0-0 alla prima di campionato, oppure cambiare guida tecnica e approfittare della disponibilità di una figura che conosce bene il campionato italiano come Allegri?

Con quale prospettiva? Ci sarà finalmente la possibilità di dare vita ad una progettualità decisa, logica e coerente? Nelle prossime ore lo inizieremo a capire, ma sarà fondamentale imparare dalla storia e dal recente passato giallorosso, altrimenti questo elenco di allenatori non potrà fare altro che allungarsi inesorabilmente.

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