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Roma-Inter 2-2: Pau, cose da portiere vero. Le pagelle di Mimmo Ferretti

Pareggio prezioso per i giallorossi che rimangono terzi

PAU LOPEZ  7+

Lo spagnolo, tra una mezza promozione e i guai fisici di Mirante, ormai si è (ri)preso la porta della Roma. Parte toppando praticamente tutto con i piedi ma azzeccando ogni tipo di intervento con le mani. Determinante su un colpo di testa di Lukaku, ad esempio. Ripresa: bravissimo su Lautaro da due passi, poi incolpevole sui gol degli ospiti ma con un’altra bella deviazione su Hakimi. Il pari sta anche tra le sue mani, alla fine.

MANCINI  7

Incrocia spesso gli scarpini con Lautaro, e non è facile far bella figura. Regge l’urto come può, poi nel finale va all’assalto della porta dell’Inter: prima Handanovic para con bravura un suo tiro, poi lo sloveno non può nulla sul suo colpo di spalla/testa. Un gol voluto con tutto se stesso. Bene.

SMALLING   6,5

Prova di forza, palla alta o palla a terra, con il gigante Lukaku. Un cartellino giallo a testa, nel primo tempo, e sostanziale parità nelle giocate. Nella ripresa sbanda ma non crolla. E fa muro con tutto se stesso un paio di volte: a gioco lungo, sono salvataggi che contano.

IBANEZ  6

Cerca, lì a sinistra, di dare una mano in fase difensiva a Spinazzola (e poi a Bruno Peres) e di controllare le mosse di chi si butta dalla sua parte. Qualche scelta tattica non lo premia, nella ripresa. Non male, ma neppure bene bene.

KARSDORP  6

Duello a tutta fascia con Darmian, inserito dal primo minuto da Conte soprattutto per fare a corse con l’olandese. Poi Darmian esce per infortunio e gli tocca Young, che è molto più esperto di lui. Cresce di tono nel finale e dà una robusta mano per arrivare al pari. 

VILLAR  6,5

Ormai è chiaro: Gonzalito è uno dei titolari della Roma. Fonseca non rinuncia mai a lui, anche a costo di lasciare fuori due tipi come Cristante e Diawara. Cerca di buttarla sistematicamente sul palleggio, ma la pressione dei centrocampisti di Conte spesso lo porta a fare giocate meno virtuose. Non perde mai il filo del gioco, partecipa alla battaglia, si fa ammonire e alla fine pennella il cross per la rete di Mancini.

VERETOUT  6+

Tatticamente l’uomo più dentro la partita della Roma. Ha i radar puntati su Brozovic, ma non si dimentica di inserirsi nel cuore della difesa dell’Inter. E nel primo tempo impegna severamente Handanovic. Si sfianca a correre e a rincorrere tutti, perdendo un po’ di lucidità.

SPINAZZOLA  5,5

Rieccolo, dopo l’infortunio. E dopo aver convinto Fonseca a non lasciarlo fuori contro la sua “ex” Inter. Hakimi è velocissimo, lui tenta di giocare anche di astuzia. La cosa gli riesce un pò per un tempo, poi deve alzare bandiera bianca di fronte all’avversario. E alla condizione atletica non perfetta. 

PELLEGRINI  7

Staziona sistematicamente sulla zona destra dell’attacco della Roma e, stringendo al centro, va al tiro che porta in vantaggio la squadra giallorossa. Il più lucido della squadra, nella complicata ripresa, quando c’era bisogno di mettere lucidità in campo. Prova di maturità. 

MKHITARYAN   6,5

Sta largo sulla sinistra, gioca di frequente in tandem con Spinazzola e, centralmente, manda al tiro-gol Pellegrini. Non lo si vede per lunghi tratti, poi torna protagonista quando la Roma attacca per arrivare al pareggio. Non il solito Micki, però, anche se nella ripresa manda qualche avversario al manicomio.

DZEKO  5,5

Punto di riferimento centrale, nella prima frazione colleziona errori tecnici che solitamente non fanno parte del suo repertorio e che penalizzano le ripartenze della Roma.  Apporto scarso alla causa anche nella ripresa.

BRUNO PERES  6+

Per Spinazzola con l’Inter in vantaggio: approfitta bene dell’uscita dal campo di Hakimi.

CRISTANTE 6,5

Rileva Veretout a una dozzina di minuti dalla fine. Va al tiro basso dal limite, Handanovic para. Poi spinge forte la Roma verso il pareggio. Ottimo ingresso.

BORJA MAYORAL  SV

Dentro per Dzeko dopo il gol di Mancini.

FONSECA   6

Azzecca i cambi e recupera una partita che, dopo un primo tempo di sostanza, era sfuggita da mano alla Roma anche per colpe proprie, più mentali che fisico/tattiche. Ancora una volta non batte una grande, ma neppure perde come era accaduto contro Juventus e Milan.

 

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