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Il nuovo stadio della Roma da 45mila posti si fa a Torre Spaccata o a Pietralata (FOTO)

Individuate due possibili aree per la costruzione dello stadio

Un chilometro e poco più dalla fermata Torre Spaccata della metro C, appena qualche passo di più da quella di Giulio Agricola della metro A. Poi il trenino Termini-Giardinetti con le fermate Alessandrino e Torre Spaccata. Siamo alle spalle dell’Aeroporto di Centocelle, quasi fosse di buon auspicio a 300 metri da viale dei Romanisti (per chiarezza: non sono i tifosi della As Roma ma studiosi di Roma), un paio di chilometri dal Raccordo, con la Palmiro Togliatti a un tiro di schioppo e la Casilina a due. È la zona di Torre Spaccata (nella foto), una delle aree che la Roma sta esaminando come nuova localizzazione dello Stadio.

L’obiettivo è scegliere l’area e impostare il lavoro amministrativo prima della fine dell’anno: di fatto, ottenere un assenso di massima dal Comune a 5 Stelle per poi farselo “confermare” dal nuovo Sindaco. Nessuna di queste indicazioni è ufficiale ma due sono gli orientamenti di partenza: aree pubbliche e stadio da 45mila posti. Più piccolo, quindi, dei 52.500 previsti a Tor di Valle.

Seconda caratteristica: aree che non necessitino di alcuna variazione al Piano regolatore. Quindi tempi e passaggi burocratici dimezzati ma, soprattutto, dimezzata la quantità di funzionari e uffici che possano mettere mano sul progetto e alzare il prezzo dell’assenso.

Ultimo parametro: non deve essere necessario svenarsi per dotare l’area di infrastrutture di mobilità, insomma niente ponti, treni, stazioni da rifare. In vista anche dell’arrivo a Roma dei soldi del Recovery Fund e per il Giubileo il leit motiv in casa giallorossa è: se sono opere pubbliche, le paghi il pubblico.

Per ora, si affacciano due aree. La prima, come detto, è di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti e si trova a Torre Spaccata. Oggi è noto come il “Parco dei caduti dei Vigili del Fuoco”. Parliamo di un’area di oltre 560mila metri quadri, quindi abbondantemente sufficiente ad ospitare il solo Stadio con parcheggi di legge e strade (150mila metri quadri). Secondo il Piano Regolatore su quest’area si possono realizzare superfici commerciali, di servizio e turistiche.

Seconda area su cui la Roma sta ragionando: zona Tiburtina/Pietralata. Non le aree del vecchio SDO: queste non sono utilizzabili perché i terreni sono già stati espropriati con una finalità che non può essere più cambiata. Qui la proprietà è di Ferrovie dello Stato. In entrambi i casi, però, siamo solo alle analisi preliminari: c’è da capire cosa possono chiedere in cambio le proprietà e poi approfondire la fattibilità urbanistica e dei trasporti. Lo scrive “Il Tempo”.

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