Il tecnico non fa sconti a nessuno, il passato recente lo dimostra. La chiarezza prima di tutto
Soprattutto in questa seconda stagione sulla panchina della Roma, Paulo Fonseca ha dimostrato di essere un “duro”. Ne sa qualcosa Dzeko: dopo l’ammutinamento al termine della partita di Coppa Italia contro lo Spezia, il bosniaco ha conosciuto anche la tribuna e ha perso fascia da capitano e maglia da titolare. Ne sa qualcosa Pedro, già poco soddisfatto del suo minutaggio: giovedì sera è stato sostituito perché, secondo Fonseca, “non ha capito quello che volevo”. Cioè non faceva la fase difensiva. Il “metodo Fonseca” è stato rivendicato dall’allenatore anche nell’intervista fatta su Dazn da Federico Balzaretti: “La leadership è importante. Sono sempre stato molto diretto con i miei giocatori. A volte per loro non è facile accettare la mia verità, ma penso che sia meglio accettare la chiarezza. Le regole sono uguali per tutti. Ci sono ovviamente diverse personalità e diversi modi di agire. Ad esempio, io se urlo con Mancini è il miglior modo per spronarlo ma con Spinazzola devo fare diversamente. Poi ho giocatori a cui non ho bisogno di dire nulla“. Lo scrive Il Corriere della Sera.