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Abraham c’è, molte luci e poche ombre

Il centravanti inglese brilla in campo allo Stadium

Irraggiungibile agli sguardi, Tammy Abraham. Quando piove, forse, nemmeno si bagna. Se decolla, poi, pare un ghepardo in fuga – e chi lo prende mai. Eppure. Eppure, all’Allianz Stadium di Torino, Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo Abraham – detto Tammy, Tammy Abraham, tipo James, James Bond – ha regalato ai tifosi della Roma, a José Mourinho e ai compagni una partita brillante di luci, ma pure piena di vuoti. A conti fatti, comunque, ha offerto una prova più che sufficiente, suvvia. O meglio. È stato proprio il migliore della Roma. La grande ombra che si è allungata sulla sua partita è stata però il rigore, quel rigore sbagliato poi da Jordan Veretout al minuto numero 44 del primo tempo.

Tralasciando gli abbagli e granchi invero terrificanti presi dall’arbitro, signor Daniele Orsato di Schio, Abraham prima ha avviato l’azione seminando il panico liquido tra i difensori della Juventus, poi ha (vanamente) spedito il pallone in rete, infine ha pensato incautamente di voler battere in proprio il tiro dal dischetto. Però a incaricarsi del penalty era già pronto Veretout, il rigorista della Roma – e tra l’altro il secondo è Pellegrini. Tammy no: non era molto d’accordo. Non gli garbava, non lo convinceva mica ‘sto fatto che a tirare fosse Veretout. “D’altronde lui è un ragazzo coraggioso”, ha poi sussurrato Mourinho.

E allora è andato dal compagno, ha tentato di avviare una specie di trattativa, ha anche preso il pallone tra le mani. Ma Jordan è rimasto inflessibile, certo, anche se più o meno consciamente si è innervosito, forse si è deconcentrato, quasi sicuramente si è distratto. Ha perfino dovuto riprendere la palla dalle mani di Tammy, che ha ricambiato – quasi rassegnato – con una carezza sulla nuca. E, infatti, puntuale e cronometrico come solo lo sgambetto della sorte talora sa essere, sul verde dello Stadium è piovuto l’errore di Veretout – con annessa paratona dell’ex romanista Szczesny, eroe per una notte. Rigore più parato che sbagliato, d’accordo, è vero.

Tammy era dispiaciuto, alla fine della partita. Ha capito di essere stato poco opportuno in una situazione – andremo a definirla – delicatissima. È andato oltre il mandato, ecco: tanto che ha voluto consolare Veretout con un bacio. Però bisogna anche ricordare che Abraham è giovane, anzi giovanissimo, giacché ha festeggiato i 24 anni giusto giusto sedici giorni fa. Insomma. Se peccato è stato, di sicuro potrà rientrare nella categoria e alla voce dei peccatucci di gioventù. Succede. Non dovrebbe, ma può succedere. D’altra parte va detto che Tammy da Camberwell, Londra, aveva tanto lavorato e faticato per essere a disposizione di Mourinho nella trasferta di Torino. E recuperare la condizione fisica non è stata una banalità da nulla – tutt’altro – specie dopo l’infortunio subìto in nazionale martedì durante la sfida di qualificazioni mondiali tra l’Inghilterra e l’Ungheria a Wembley. Terapie, cure, tonnellate di impegno e litri di buona volontà. Lo scrive “Il Messaggero”.

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