Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Roma, che delusione. Non solo gli arbitri: l’attacco fa flop e i baby sono al palo

Mourinho, Sacramento, Venezia-Roma

Una Roma in difficoltà, ma i Friedkin supportano Mou

Comunque vada  il passaggio dello Special One a Trigoria lascerà un segno non banale, pari almeno ai sentimenti che muove. D’altronde il 4 maggio, giorno in cui è stato annunciato, nessuno si sarebbe mai aspettato che, dopo 12 giornate, la media punti in campionato del portoghese fosse la più bassa tra quella degli ultimi sette allenatori del club giallorosso (1,583).  Per questo se il mondo del tifo è diviso, con la maggior parte che comunque dice come a uno come lui occorra dare fiducia, la delusione lievita. La proprietà, comunque, è compatta nella volontà di stare vicino all’allenatore. Gli errori arbitrali e le difformità nelle valutazioni sono elementi che, a detta dal club, hanno pesato per 4-5 punti, anche se le esternazioni all’Aia non sono piaciute. I Friedkin però trovano inspiegabile il solo successo nelle ultime 7 partite.

La squadra deve crescere. Basti pensare all’attacco: il primo per tiri verso la porta di tutta la Serie A (214), ma solo 7° per gol segnati. Comunque, visto che le esternazioni di Mou sulla rosa (“Limitata e squilibrata”) non creano fratture col g.m. Pinto, la scelta per la panchina è stata fatta direttamente dalla proprietà, che quindi non intende sconfessarla. Da Trigoria, poi, viene fuori che c’è un momento in cui il portoghese ha cambiato atteggiamento con la squadra: dopo il 6-1 di Bodo. Da lì sorrisi e scherzi si sono fatti più rari, mentre è aumentata la severità. Il caso degli “epurati” (poi tornati disponibili) e dei “re per un giorno” che poi finiscono in tribuna (vedi Darboe, titolare giovedì col Bodo e domenica fuori) destabilizza tanti, perché molti dei ragazzi sono davvero legati fra di loro – il gruppo degli italiani in particolar modo – e la caduta in disgrazia di uno non rende felici gli altri.

Tra l’altro, chi è vicino a Mou, racconta come l’approdo di Conte al Tottenham non sia stato accolto con indifferenza, visto che la rincorsa dei due sulle diverse panchine a volte è stata tagliente. Ma il progetto della Roma è anche quello di far crescere i giovani, anche perché azzerare tutto sarebbe troppo costoso. Sotto questo punto di vista, a parte Ibanez, nessuno pare migliorato. Anzi, in diversi sono involuti. Lanciare giovani, infatti, non significa metterli in campo per una manciata di minuti in emergenza (Zalewski, Felix). Così Zaniolo, anche per la posizione che occupa, è passato da stella a panchinaro, Villar e Diawara sono out, Kumbulla e Calafiori in calo. Morale: se è possibile che non siano il futuro della Roma, così perdono comunque valore.

Intendiamoci, Mourinho non ha torto quando giudica la squadra non all’altezza delle big, ed è per questo che il club a gennaio interverrà. Prima però occorrerà vendere, e non sarà facile. Anche alla luce dei conti (184 milioni di perdite), perciò, il messaggio che filtra è: niente follie. Arriveranno un centrocampista e un esterno destro di sicuro (Henrichs del Lipsia e Siquet dello Standard in salita), così come piace Botheim del Bodo. Tutto possibile, ma alla Roma si aspettano che la prima differenza la faccia Mourinho. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

Subscribe
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Nervi tesi a Napoli alla vigilia del match contro la Roma, De Laurentiis ha mandato...
gianluca mancini
La Roma strappa in extremis i tre punti a Udine e si rilancia in chiave...
Udinese-Roma
Le pagelle del match di Udine, con Cristante, Dybala e Svilar sugli scudi grazie al...

Dal Network

  Joe Barone non ce l’ha fatta. Dopo il malore che lo ha colpito domenica pomeriggio,...

Gli USA pronti a ospitare le 32 squadre da tutto il mondo Nell’estate del 2025,...
Il mondo del calcio si appresta a introdurre un cambiamento regolamentare di potenziale portata storica...

Altre notizie