Le parole dell’ex difensore di Roma e Inter
L’ha giocata da una parte e dall’altra: Roma-Inter è la partita di Maicon, che ne parla a “La Gazzetta dello Sport”.
È la partita di Mourinho, questa, per la prima volta avversario dell’Inter.
«E credo che nel suo cuore proverà molta emozione, anche a distanza di tanti anni certe cose non si dimenticano».
Lo vede cambiato? Oppure è sempre il Mou che ha conosciuto lei? Sa che è un tema di discussione in Italia, questo.
«È sempre José. È una persona intelligente, sta imparando».
In che senso, scusi?
«Sta imparando a conoscere i suoi giocatori, a relazionarsi con una tipologia di squadra che non allenava da tempo. Vede, all’Inter aveva giocatori esperti, il nostro era un gruppo abituato a stare ad alto livello. E quindi lui sapeva perfettamente cosa chiedere, immaginava anche quali risposte avrebbe potuto ottenere. Alla Roma, in questa Roma, non è così. Ha un gruppo di lavoro giovane. Vedo ragazzi bravissimi, penso a Pellegrini, Ibanez, Zaniolo. E paradossalmente si impara di più da calciatori così, che devono ancora formarsi del tutto. Le due entità, tecnico e squadra, devono ancora conoscersi a fondo. Serve più tempo, è normale. E certamente è una sfida più difficile».
Gli arbitri: ecco, qui non c’è discussione sul fatto che Mou sia sempre lo stesso.
«La verità è una: per lui i giocatori devono restare fuori da ogni commento negativo post partita. Lui vuole che in tv o sui giornali ci sia la sua faccia e basta. E quindi sposta l’attenzione, è un modo per proteggere i suoi. Tanto poi quello che deve dirti te lo fa arrivare. E questa cosa è apprezzata dai giocatori, almeno noi così la sentivamo».