Le parole del wrestler italiano presente all’Olimpico per Roma-Inter
Daniele Dentice D’Accadia, in arte D3, ha parlato in esclusiva a notizie.com, raccontando la sua vita tra WWE, AEW e la fede giallorossa. Ecco le sue parole:
“Qui siamo indietro anni luce, è come pretendere che la MLS, il calcio negli Stati Uniti, sia al passo coi migliori campionati europei. In America il movimento è iniziato a crescere quando sono arrivati giocatori internazionali che hanno portato la loro esperienza. Il wrestling dovrebbe funzionare allo stesso modo: in Italia servono persone che masticano la materia, che sanno come si produce e come si promuove. Se uno non sa di cosa parla, come fa a trasmettere passione e conoscenza? Emularlo vedendolo alla tv non significa essere dei professionisti, qui ci sono quelli che si divertono a fare i lottatori e poi magari fanno un altro lavoro. Sono stato qui anche per questo, è anche nostra responsabilità spiegare come si fa wrestling ad alti livelli, solo così può prendere piede in Italia dove tutto è iniziato nel 2000. In Giappone, negli Stati Uniti o in Messico parliamo di uno storico che parte dal 1900 circa. Capite bene la differenza e la mancanza di cultura…”.
“L’inno è sempre un brivido, dovevo anche vedere i calciatori a fine gara, visto come è finita diciamo che è stato meglio non incontrarli. Tifo Roma, ho provato le sensazioni di quando ero più giovane e andavo allo stadio. Adesso seguo la squadra da Orlando, se riesco vedo le partite, altrimenti le sento in radio tramite le app. La distanza è solo fisica”. Chissà che non nasca una proposta in futuro: “Vedrei bene Mourinho nel mondo del wrestling, è un grande showman, farebbe comodo a un entertainment così, si presterebbe benissimo. Sul ring si può puntare su Abraham o Zaniolo, hanno due fisici esplosivi. A livello di cattiveria direi senza dubbio Ibanez”.
“Provo a rappresentare l’Italia in tutto ciò che faccio”, chiude The Prince of Roma (il suo soprannome). “Vivo la mia cultura a distanza, non scambierei la nostra nazione con nessun’altra. Per me è un onore rappresentare il mio Paese nei vari show, è successo anche dopo la vittoria della Nazionale agli Europei. Dovevo lottare, ho visto nel backstage la finale con l’Inghilterra, 10 minuti dopo sono arrivato sul ring con la bandiera in bella mostra, ero ancora più gasato!”.