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ESCLUSIVA – Maspero: “La Cremonese ha bisogno di tempo, Roma fortissima! Sulla buca di Salas…”

Le parole del grande ex in vista della sfida di lunedì all’Olimpico

Otto anni alla “Cremo”, come la chiama lui, non si scordano facilmente. Prima giocatore, oggi tifoso della formazione grigiorossa, Riccardo Maspero ha rilasciato, in esclusiva ai nostri microfoni, alcune dichiarazioni, tornando anche su un episodio che ha contraddistinto la sua carriera da calciatore:

Maspero, la Cremonese domenica scorsa è stata molto sfortunata a Firenze: che impressione ne ha tratto? La società ha costruito un organico da salvezza?

“La prestazione contro la Fiorentina è stata molto positiva, i grigiorossi hanno giocato l’intera gara alla pari di una squadra forte. La ‘Cremo’ ha delle buone individualità, ma che ancora hanno bisogno di tempo per conoscersi, per formare un collettivo che possa avere le carte in regola per dar fastidio nella lotta per la permanenza in Serie A”.

Dal mercato sono arrivati giocatori esperti come Chiriches e altri interessanti come Okereke e Dessers: cosa manca alla formazione di Alvini per alzare maggiormente il livello?

“Hai nominato giocatori di spessore, di valore. Uno come Dessers viene da un’altra realtà, e, pur essendo forte, deve adattarsi al nostro campionato. Il discorso vale anche per Chiriches ed Okereke, perché entrambi provengono da squadre diverse, seppur il rumeno calchi i campi della Serie A da parecchio. Devono tutti inserirsi in un contesto, in un gruppo nuovo. Questi tre sono calciatori molto bravi, non credo che debbano essere aspettati a lungo…”.

Riccardo, purtroppo per la Cremonese il punto del Franchi è evaporato a causa di un errore di Radu: cosa gli diresti se fosse il tuo portiere?

“Il portiere è un singolo che gioca in una squadra, e quando sbaglia lui sono dolori. L’anno scorso con l’Inter e adesso con la ‘Cremo’ ha finito male e iniziato peggio, però sono convinto che sia un ottimo elemento in prospettiva, ha bisogno di migliorare. Lui è molto spregiudicato, a livello giovanile questo aspetto gli ha dato estrema forza, mentre ora, forse, è diventato un boomerang per lui. Deve continuare a lavorare, perché è forte, ma ha il compito di restare concentrato per tutta la partita, non sono ammissibili per uno come lui cali di tensioni del genere”.

Che pensa, invece, della Roma di Mourinho? Quanto alza l’asticella l’arrivo di Dybala?

“La Roma mi piaceva da matti già lo scorso anno, poi di Mourinho cosa dobbiamo dire? È un grandissimo allenatore, un vero motivatore, uno che sa far esprimere sempre al massimo i propri calciatori, un vincente che ha già portato risultati alla prima stagione. I giallorossi hanno uno splendido organico, a livello tecnico poche squadre sono così complete come loro. Il problema dei capitolini è la continuità, la mentalità della grande squadra, quella in grado di vincere i campionati. Mourinho ha portato in dote al suo gruppo questa consapevolezza che si è tramutata subito in un trofeo: la Conference League. Quest’anno è arrivato Dybala, che se si mette a giocare sono guai per gli avversari. Forse tengono Zaniolo, c’è Abraham, potrebbero prendere Belotti. La Roma, così composta, è fortissima: ha forza, fantasia, deve trovare, come dicevo in precedenza, quella continuità. Ma sono convinto che già quest’anno sarà molto fastidiosa per chiunque”.

Un’ultima curiosità: ma come le è venuto in mente di fare la buchetta a Salas nel 2001?

“Beh, era un derby importantissimo: eravamo sotto 3-0 con la Juve in totale controllo dopo 20 minuti. Nel secondo tempo abbiamo avuto una reazione fantastica che ha prodotto un incredibile 3-3, tra l’altro col mio gol decisivo: fu un momento bellissimo perché segnai sotto la Maratona e andai ad esultare coi nostri tifosi. Poi, al 90′, venne assegnato alla Juve questo rigore estremamente dubbio. A distanza di 20 anni, probabilmente, anzi, sono sicuro che con il Var sarebbe stato tolto. I miei compagni andarono a protestare, cosa che all’epoca era totalmente inutile e io, nella confusione più totale, mi diressi a scavare questa buca in prossimità del dischetto. Sono stato un rigorista, conoscevo queste dinamiche, ogni singolo fattore che può distrarti, ti induce a sbagliare. Salas non si accorse di nulla e, quando andò a calciare col collo del piede, sparò il pallone in curva”.

A cura di Flavio Maria Tassotti

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