All’endorsement di Abodi, Ministro per lo Sport, si contrappone Paolo Berdini, ex assessore della Giunta Raggi che dichiarò guerra all’impianto di Tor di Valle.
Capitolo nuovo stadio. Dopo le prime battute della Conferenza dei Servizi Preliminare, proseguono i lavori che porteranno al primo atto ufficiale, quello dell’approvazione del pubblico interesse da parte dell’Assemblea di Roma Capitale. Un passo fondamentale, che nelle ambizioni del sindaco sarebbe dovuto avvenire entro la fine di questo anno, ma che invece si profila per i primi mesi del prossimo. Uno slittamento che non inciderebbe sull’obiettivo di utilizzare il nuovo impianto nella stagione 2027-2028. Tutto procede nel migliore dei modi. E a confermarlo è stato ieri il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, intervistato da AdnKronos.
«Mi sembra ci siano le condizioni per farlo, l’amministrazione mi sembra abbia dato piena disponibilità. Mi sembra che anche il Club abbia concentrato i suoi sforzi e il suo impegno sull’infrastruttura principale spiegando che negli altri Paesi quello che viene considerato sviluppo è un valore, mentre da noi viene confuso automaticamente per qualcosa di meno nobile, speculazione. Mi auguro che i nuovi stadi, nella stragrande maggioranza parte del patrimonio pubblico, possano essere una sorta di defibrillatore di uno sviluppo visto in ottica maggiore positività e utilità sociale».
Le parole del Ministro sono prova di come finalmente la classe politica del nostro Paese sembri realmente orientata a favore dello stadio. Non mancano, tuttavia, posizioni contrarie. Come previsto e preventivato, è nato il primo comitato che si oppone pubblicamente al progetto, il “Comitato Stadio Pietralata, No Grazie!”, che si riunirà il prossimo 26 novembre e che vede coinvolto un vecchio “nemico” dello stadio della Roma, Paolo Berdini. Da assessore della prima Giunta Raggi, dichiarò guerra al progetto Tor di Valle. Posizioni minoritarie comunque, e che, almeno per ora, non rappresentano l’opinione generali dei cittadini residenti nel quartiere. Nulla che preoccupi il Comune o la Roma, ma di cui si dovrà occupare soprattutto l’Amministrazione Capitolina, che deve tenere conto di ogni richiesta della cittadinanza. Lo scrive Il Romanista.