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Disappunti, una crasi e un doppio significato: domande rimaste in sospeso, le difficoltà enormi della Roma a giocare a calcio, Mourinho in silenzio

Un punto in tre partite, peggior partenza dal 95-96′, diversi calciatori infortunati, il silenzio di Mourinho che in maniera assordante fa da colonna sonora ad un desolante terz’ultimo posto in classifica. Il campionato della Roma ovviamente non finirà così e tre gare non fanno la somma di una stagione, ma sarebbe stolto mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. La classifica va letta, riletta, deve far male perché la Roma deve ritrovare in primis la sua anima battagliera, spavalda, quel senso di famiglia che appare disperso dopo la finale di Budapest.

Il calcio però non è solo motivazioni e stato emotivo. Si chiama ‘Gioco del calcio’, si sostanzia in un undici calciatori (più cinque sostituti con le nuove regole) disposti in campo da un allenatore. La Roma ha ‘lavorato molto bene’ durante la preparazione. Un’affermazione chiara e netta espressa da Mourinho una decina di giorni fa. I risultati e soprattutto la resa complessiva, non solo individuale, della squadra al momento suggeriscono una risposta contraria.

La Roma col Milan è apparsa talmente in difficoltà, quasi in disarmo al cospetto dei calciatori rossoneri (non il Barcellona di Guardiola), che non può essere vera. E questo è il punto di partenza necessario per qualsiasi approfondimento, fatto o scritto da chi non ha carriera, curriculum, esperienza e capacità di chi siede sulla panchina giallorossa.

Una premessa doverosa che però spinge anche chi scrive a porre degli interrogativi, che soprattutto al termine della disfatta di venerdì, sarebbe stato utile poter chiedere al tecnico, che invece ha deciso di rimanere come noto in silenzio.

1 – La Roma come vuole giocare? La domanda è doverosa e trova il suo sviluppo in una retromarcia tattica vista all’Olimpico qualche giorno fa. Nel corso dell’estate è emersa da Trigoria, ma soprattutto da Albufeira, la volontà di Mou di dare una sterzata al gioco della Roma, impostando una modalità più propositiva e proiettata ad un maggior dominio delle partite. Il tentativo, alimentato dal passaggio definitivo al 3-5-2, ha avuto un suo primo parziale impatto nelle sfide con Salernitana e Verona, che ai punti i giallorossi avrebbero meritato di vincere. Con il Milan si è tornati al passato, anzi no, perché la squadra venerdì non ha giocato, non ha opposto quasi alcuna resistenza a Leao e compagni.

2 – Qual è la formazione titolare? Gli unici che hanno sempre giocato sono i tre dietro e Rui Patricio. Il centrocampo è stato cambiato tre volte su tre, Cristante ha iniziato da play basso poi è passato a fare il terzo centrale dietro nel finale con la Salernitana, in ultimo la mezzala, un ruolo che oggi lo vede in grave difficoltà. Gli esterni hanno giocato tutti, chi dall’inizio, chi in corso, ma come lo scorso anno non si riesce a trovare una coppia titolare. Tutte le squadre hanno un undici titolare, la Roma come ad inizio dello scorso anno, fatica a trovarlo.

3 – Perchè già 5-6 infortuni in una ventina di giorni? Esistono indubbiamente delle criticità storiche in alcuni calciatori (Dybala e Renato Sanches su tutti), ma nessuno in A – appena sono arrivati gli impegni ufficiali e si è alzato il livello d’intensità – ha avuto così tanti problemi muscolari.

4 – Il 3-5-2 è l’unico sistema di gioco praticabile? Mourinho in queste ultime due stagioni ha spesso spiegato che giocare a tre dietro (non a cinque che non gli piace, ma nei fatti spesso è stata una difesa a cinque) era una necessità legata alle caratteristiche di alcuni calciatori. Ma dal primo anno ad oggi di gestione, sono cambiati oltre 20 calciatori tra titolari e riserve. Possibile che la Roma non possa schierarsi in modo diverso?

5- Dopo tre anni di gestione è possibile che la Roma sia costantemente alla ricerca di una propria identità? Per motivazioni diverse abbiamo visto diverse versioni di Roma, ma non si riesce a trovare continuità. La compattezza difensiva dello scorso anno, su cui bisognava lavorare per alimentare una fase offensiva più produttiva, sembra essere scomparsa.

6- Sui singoli: Ndicka che fine ha fatto? Possibile che non possa giocare titolare un ragazzo che ha disputato quattro stagioni ad alto livello in Bundesliga, vincendo da titolare l’Europa League e giocando lo scorso anno la Champions, che la Roma purtroppo vede col binocolo da oltre cinque anni? Perchè tutta l’estate è stato provato Kristensen sull’esterno, poi rimosso dopo una partita e mezza, per rimetter dentro Celik e non Karsdorp, con il turco che per tutta la preparazione ha giocato da terzo centrale? In assenza di Renato Sanches, perchè non utilizzare Bove come mezzala che di tutti i centrocampisti a disposizione di Mou, è quello con maggiori capacità di rottura e ripartenza? I quinti sono produttivi? I numeri dicono di no da mesi, ma possibile che siano tutti incapaci di fare cross apprezzabili? Pellegrini, il vero Pellegrini, visto nel primo anno e mezzo di gestione Mourinhiana, che fine ha fatto?

Appunti, domande, per qualcuno utili per altri inutili, ma comunque dubbi su cui sarebbe interessante ascoltare la voce di Josè Mourinho. L’auspicio è che presto tutto ciò accada e che non si torni a parlare solo di arbitri, prospettive, contratti o incontri con la proprietà, perchè il calcio alla fine è un gioco e come tale si fa prima in campo. Il resto è cornice.

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