Negli ultimi anni, la Roma ha dimostrato una curiosa propensione all’harakiri in Coppa Italia, culminata con l’eliminazione casalinga contro la Cremonese lo scorso anno – una squadra che, va precisato, milita in Serie A – e precedente, in due occasioni, contro lo Spezia (nel 2015 e nel 2021), con annessi psicodrammi che hanno coinvolto persino decisioni regolamentari legate a un cambio in eccesso dalla panchina.
Se non fosse per la recente storia di “maledizione” (la Roma non ha raggiunto la finale dal 2013, quando perse contro la Lazio, e si è fermata a nove successi dal 2008, quando vinse sotto la guida di Spalletti), la sfida tra la squadra di Josè Mourinho e una Cremonese che si presenta con molte riserve e un monte ingaggi complessivo di 22 milioni lordi, inclusi staff tecnico, dirigenti e settore giovanile, potrebbe sembrare scontata.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, a dare un tocco di interesse alla partita di stasera è anche l’emergenza difensiva che colpisce la Roma. Con Smalling infortunato, Kumbulla non ancora al meglio, Ndicka impegnato in Coppa d’Africa e Mancini risparmiato precauzionalmente a causa di un problema pubalgico, lo Special One dovrà affidarsi a Cristante in difesa e adattare Celik come terzino destro. Di fronte a questa situazione, l’unico difensore di ruolo rimasto, Diego Llorente, si mostra pragmatico: “Siamo pochi, ma dobbiamo lavorare con questo gruppo e non pensare se siamo pochi o tanti. Se arriva un difensore, bene, se non arriva, pazienza”. Questa mentalità pratica precede anche i complimenti a Mourinho: “È l’allenatore perfetto per la squadra e per i tifosi. Sarei felice se rimanesse”.