Un anno difficile anche per il tecnico giallorosso, che nonostante le tante problematiche ha saputo dare alla squadra il giusto carattere e un gioco adeguato
Il 2020 sta finalmente per concludersi. Un anno difficile per tutti, vista l’emergenza sanitaria che ha investito trasversalmente ognuno di noi. Anche il mondo del calcio ha chiaramente subito un enorme contraccolpo dalla pandemia, non solo in termini sanitari ed economici, ma anche nella gestione delle squadre. Ne sa qualcosa sicuramente Paulo Fonseca, che in questo ultimo anno ha dovuto fare i conti non solo con la pandemia, ma anche con un campionato spezzettato (il passato) che ha sicuramente cambiato anche il suo modo di intendere il calcio. Ma analizziamo insieme il 2020 del tecnico giallorosso, tramite alcuni numeri utili.
I risultati
Analizzando l’anno solare della Roma (iniziato con la sconfitta contro il Torino all’Olimpico il 5 gennaio), Fonseca ha totalizzato ben 25 vittorie in tutte le competizioni su 46 partite totali disputate dai giallorossi. Sono invece 14 le sconfitte arrivate, 11 in campionato, 2 in Europa League (tra queste il ko contro il Siviglia agli ottavi nella scorsa stagione) e 1 in Coppa Italia, contro la Juventus per 3-1. Un buon dato, anche se si tiene in considerazione la lunghissima pausa obbligata dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19. E’ interessante però analizzare come per Fonseca lo stop sia stato utile da un lato: nelle 9 gare disputate da gennaio a marzo, in ben 5 occasioni la Roma è uscita sconfitta, un trend negativo che è stato poi invertito con la ripresa del campionato in estate. Ciò si deve soprattutto alla decisione del tecnico di optare per un cambio di modulo, portando la Roma a giocare con l’ormai rodata difesa a 3. Dalla gara contro l’Inter a luglio (finita 2-2), il modulo dei giallorossi cambia, cominciando fin da subito a dare i suoi frutti. Non è un caso che nella stagione attuale, in 14 partite giocate in campionato, siano arrivate ben 8 vittorie e 3 pareggi (tra questi c’è purtroppo da tenere in considerazione la sconfitta a tavolino per 3-0 contro l’Hellas Verona).
Gli episodi
In un’ annata così complicata, sia a livello personale (come per tutti) che professionale, Paulo Fonseca è sempre stato in grado di mantenere classe e rispetto verso tutti. Solo in un occasione purtroppo la giusta veemenza del tecnico portoghese ha portato alla sua espulsione, ovvero nella gara del 6 dicembre contro il Sassuolo: dopo il cartellino rosso rifilato a Pedro nella prima frazione di gioco, Fonseca è andato a contestare la scelta dell’arbitro Maresca, che però ha risposto mostrando il cartellino anche al tecnico giallorosso. Un episodio che di certo non intacca la professionalità del Mister, che ha poi accettato la sanzione.
Le frasi
Come per gli episodi sopra le righe, anche nelle dichiarazioni Paulo Fonseca si è sempre dimostrato pacato e rispettoso di tutti. Solo in poche occasioni il tecnico ha alzato l’asticella, sempre però per difendere in primis la squadra. Dopo la gara contro l’Atalanta, persa per 4-1, il portoghese ha dichiarato: “Non voglio cercare alibi, una squadra che fa un primo tempo da guerrieri con grande intensità, poi non può giocare una ripresa da ragazzini, da bambini. E’ una questione di atteggiamento, abbiamo giocato soltanto 45 minuti e non 90“. Una frase che a molti è suonata una critica nei confronti della squadra, ma che invece è stata provocatoria verso i suoi ragazzi, rei di aver buttato via un tempo di gioco.
Dopo queste parole sono state tante le critiche verso Fonseca, che ha voluto rispondere nel post partita dell’ultima gara, contro il Cagliari: “Quando perdiamo vogliono distruggere la Roma. Accettiamo le critiche giuste, abbiamo perso con l’Atalanta. Ma in tutti i momenti in cui non vinciamo arrivano sempre gli stessi che vogliono distruggere la squadra. Sono qui da un anno e mezzo, conosco quelli che vogliono il male della Roma, o chi aspetta un momento negativo della Roma per fare male alla squadra. Se sono critiche giuste rispetto il lavoro, ma qui si aspetta sempre che la Roma perda per ‘ammazzarla’ e non è giusto“.