Risorgere nelle emergenze. Spalletti e Fonseca come l’araba fenice
Stagione 2005/2006, sulla bollente panchina della Roma si accomoda il promettente Luciano Spalletti che nella precedente stagione fece raggiungere la qualificazione ai preliminari di Champions League all’Udinese. L’arduo compito fu quello di gettare le basi per il futuro giallorosso e creare nuovamente una squadra in grado di competere ai vertici della classifica.
La partita della svolta, Sampdoria-Roma 1-1
Il primo anno di Spalletti si concluse al quinto posto, un ottimo risultato considerando anche le difficoltà dei giallorossi sul mercato in quegli anni. Ci fu un momento di svolta definitiva e fondamentale. Il 18 dicembre del 2005 i giallorossi in trasferta al Luigi Ferraris di Genova affrontavano la Sampdoria in piena emergenza. Luciano Spalletti diede inizio ad un esperimento che rivoluzionò la Roma ma anche il calcio italiano: il 4-2-3-1 con il falso nove e il dieci atipico.
La partita terminò con uno sfortunato 1-1 complici anche alcuni errori arbitrali e tanta sfortuna in fase realizzativa. Ma la Roma uscì da Marassi con la convinzione di aver dato il via ad una nuova era calcistica. Bel gioco, aggressività, verticalizzazioni e una squadra a tratti imprevedibile. Dal decimo posto in cui si trovava nel dicembre del 2005 i giallorossi arrivarono appunto in quinta posizione qualificandosi all’Europa League.
Le invenzioni che fecero rinascere la Roma: il falso nove e il falso dieci
La contemporanea assenza di Montella, Cassano e Nonda, spinse il tecnico giallorosso a inventare Francesco Totti come falso nove e Simone Perrotta come 10 atipico. In cosa consistevano questi cambi? Francesco Totti ricopriva il ruolo da regista avanzato favorendo spesso gli inserimenti delle ali e soprattutto del falso dieci oltre che ovviamente farsi trovare pronto in area di rigore.
Simone Perrotta ha trasformato letteralmente il suo ruolo, da centrocampista arretrato di quantità e sostanza a incursore offensivo in grado di dare anche un apporto fondamentale in fase difensiva. I risultati arrivarono presto e il cammino della prima Roma di “spallettiana” memoria ha scritto pagine importanti della storia giallorossa e del calcio italiano, conquistando gli ultimi tre trofei della storia giallorossa e arrivando due volte nei quarti di finale di Champions League.
Paulo Fonseca e la resilienza all’interno del credo tattico
Milan e Udinese rappresentano più di ogni altra partita sin qui disputata dalla Roma targata Paulo Fonseca le due chiavi di volta per la rinascita giallorossa. In attesa del big match contro il Napoli, in scena questo sabato alle 15, i giallorossi sono riusciti a ottenere 6 punti in due sfide delicate vista l’emergenza in cui versa. Con Juan Jesus, Zappacosta, Cristante, Diawara, Pellegrini, Mkhitaryan e Kalinic out, cui si somma il rientro da poco di Perotti e Cengiz Under, Paulo Fonseca ha schierato in campo una Roma sorprendente soprattutto in due elementi: Javier Pastore e Gianluca Mancini.
La rinascita di Pastore: corsa, qualità e visione di gioco
Javier Pastore è il simbolo della resilienza e dell’araba fenice che sta costruendo Paulo Fonseca. L’argentino infatti sta tornando a dare sfogo a tutta la sua classe ed eleganza che lo hanno portato a vestire la maglia del Paris Saint-Germain e che prima ancora tanto bene aveva figurato con quella del Palermo.
Mancini ↗️ Kolarov ⬆️ Mancini ➡️ Dzeko ⬇️ Pastore ??️ Kluivert ⚽️pic.twitter.com/oL0e93RmDY
— AS Roma Data (@ASRomaData) October 30, 2019
Pastore sta svolgendo un ruolo da regista avanzato in grado di spaziare a tutto campo, non più statico sulla trequarti ma bensì un riferimento mobile e in continuo movimento, che oltre a ricevere palla in zone avanzate di campo si viene a prendere il possesso palla anche sulla trequarti difensiva per poi far salire la squadra e verticalizzare anche in modo decisivo, come visto ieri in occasione del gol di Justin Kluivert.
Un mediano inaspettato: sacrificio e precisione, quantità e solidità
L’altra invenzione (e sorpresa) è Gianluca Mancini. L‘ex Atalanta per emergenza è stato schierato in mediana davanti la difesa. Oltre le classiche doti in fase difensiva si è rivelato un ottimo elemento anche come “regista”. Si, perché le sue statistiche attuali parlano di una media del 90,3% di successo nei passaggi (88% contro l’Udinese).
Numeri e prestazioni che stanno dando alla Roma una nuova linfa vitale oltre che sicurezza. Infatti, nelle ultime 5 partite disputate i giallorossi hanno subito solo 2 gol e uno di questi su azione.
La rivoluzione mentale di Paulo Fonseca: “equilibrio emozionale”
Ciò che più ha colpito nella Roma delle ultime giornate è proprio la capacità di far fronte alle difficoltà: gruppo compatto e unità di intenti. I giallorossi remano e navigano con rabbia e fame verso i propri obiettivi. Come sia cambiata la mentalità dei calciatori è facile da capire anche nella spiegazione che Justin Kluivert e Paulo Fonseca stesso hanno dato nel postpartita di ieri.
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“Questo è lo spirito di squadra che vogliamo” ?
L’intervista di @PFonsecaCoach dopo la vittoria sull’Udinese sono su Roma TV+
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