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L’editoriale di Maurizio Costanzo: “Abraham incarna una divinità di altri paesi”

L’editoriale di Maurizio Costanzo

Leggo che Mourinho ha detto: “È un peccato che quando la gente canta l’inno i calciatori non siano ancora in campo, perché penso che ci sarebbe più emozione per i ragazzi”. Condivido quanto detto da Mourinho, al quale suggerisco l’inno segreto e ancora più romano “E nun ce vonno sta”. Si può cantare in coro, nel senso che possono, i tifosi della Roma, cantarlo ai tifosi della squadra che si va ad incontrare. Si fa un gran discutere della bravura di Abraham. Non c’è ombra di dubbio: è bravissimo. Ma anche altissimo direi: un gigante. Si capisce, quando entra in campo, che incarna la divinità di altri paesi. Però, avercene.

Abbiamo finito i fazzoletti perché li abbiamo dati tutti ai tifosi della Juventus in lacrime per il pareggio. Anche loro si devono rassegnare: ogni tanto possono pareggiare. L’ho scritto e lo ripeto: è stata una mia grande emozione vedere i tifosi tornare all’Olimpico, mostrare i documenti per entrare e tutti, sul volto, con un’espressione di contentezza. Come dire: “Tutto ricomincia, anche stavolta ce l’abbiamo fatta”. Daje. Lo si legge su “Il Corriere dello Sport”.

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