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La scalata di Felix, dal cuore d’Africa alla corte di Mou: Roma è pazza di lui

Il giovane ghanese finito in copertina dopo la doppietta al Genoa

Meglio diffidare, perché quel video sembrava troppo bello per essere vero. In mezzo alla terra battuta africana, spiccava la sagoma di un ragazzo dall’aria sempre concentrata. Era veloce come un fulmine e con i piedi riusciva ad ammansire un pallone dalle traiettorie imprevedibili per via delle irregolarità del campo. Felix Afena-Gyan si è presentato così alla Roma.

Diciotto anni da compiere e l’aspetto di un soldato in missione. Che poi le sue evoluzioni calcistiche attraversassero il Mediterraneo solo virtualmente, sembrava solo un dettaglio. A Trigoria però, dove soldi da buttare non ce n’erano più da un pezzo, nell’estate del 2020 volevano fare le cose per bene. Nei video paiono tutti campioni, pensavano il vice d.s. Morgan De Sanctis e il coordinatore del settore giovanile, Simone Lo Schiavo.

Perciò la telefonata con destinazione Sunyani, in Ghana, per Oliver Arthur, l’agente di Felix, era stata chiara: “Se non venite a sostenere un provino a Trigoria, non se ne può fare nulla. Sono lo nostre regole“. Bene così, perché la stima di Arthur (che lo aveva scovato nell’Inter School) era enorme, ma mai come quello di mamma Juliet, che fin da adolescente aveva provato a farlo ingaggiare dall’Asante Kotoko, uno dei club più famosi del Ghana, solo per scoprire che non aveva un settore giovanile. Ma il calcio era già entrato da tempo nella vita di Felix, visto che suo zio era stato calciatore di modeste speranze. Quanto basta per incollarlo davanti alla tv se le partite europee arrivavano a quella latitudine. Per uno scherzo del destino, a folgorare Felix, quindicenne, era stata la rimonta della Roma ai danni del Barcellona. Era il 2018, e trenta mesi più tardi l’attaccante conquistava i giallorossi con un provino. Tutto fatto? Non proprio. In quell’ottobre la transizione fra Pallotta e i Friedkin era ancora in corso, e la Roma non aveva ancora un responsabile di mercato. Così il ragazzo – come racconta Arthur – continuò il suo tour di provini in cui tanti, ma Sassuolo e Atalanta su tutti, gli misero gli occhi addosso.

Ma la Roma non lo perdeva di vista, finché a gennaio – quando Felix compiva 18 anni – a 4 giorni dalla fine del mercato il neo arrivato Pinto dette il via libera perché il ragazzo occupasse uno slot da extracomunitario. Il resto è passato prossimo. Felix è stato prelevato dall’EurAfrica Academy di Accra per 250 mila euro e ha firmato un contratto fino al 2025.

In Primavera, in questa stagione, ha segnato 6 gol in 5 partite ed è stato considerato quasi subito un’arma impropria, tanto da convincere Mourinho ad aggregarlo alla prima squadra dopo la doppietta al Genoa. “Tecnicamente può migliorare – ha detto il portoghese – però è umile, una dote ormai non facile da trovare fra i ragazzi“. L’esordio col Cagliari lo ha fatto scoprire, ma i due gol di Marassi – la più precoce marcatura multipla in questa stagione nei 5 top campionati europei – lo ha santificato, facendo pervenire al centravanti gli elogi di Pruzzo (“È da due reti a partita“) e Vieri ( “Un attaccante vero”). La sensazione è che, ricordando gli esempi di Drogba ed Eto’o – a cui il manager lo ha paragonato – ma anche Essien o Babayaro, il feeling tra lo Special One e gli africani sia sempre stato grande. Ora è il tempo di Felix, che ama le belle scarpe, adora le banane e salva dalle gaffe chi fa lo spiritoso (nessuna conseguenza per il dirigente, ma Friedkin un po’ irritati). L’Africa è sempre nel cuore, ma non tanto da non capire, un paio di settimane fa, che era troppo presto per la nazionale. «Ho bisogno di crescere dal punto di vista fisico ma anche mentale e psicologico». In Ghana, intanto, sono tutti pazzi per lui. Il ritorno a casa da profeta in patria, in fondo, è solo a un passo. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

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