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Amarcord, 5 agosto 1961: nasce Dario Bonetti. Difensore nella Roma di Liedholm e detentore del record di squalifiche (FOTO)

Coppe e squalifiche, da calciatore e allenatore la storia dell’ex giallorosso Dario Bonetti

Dal Brescia alla Roma, i primi anni di carriera di Dario Bonetti

Dario Bonetti 1983/1984

Dario Bonetti nasce a Brescia il 5 agosto 1961 e iniziò la propria carriera da calciatore nelle giovanili delle rondinelle (1974-78) con cui poi esordisce in Serie B nel 1978. Nei due anni trascorsi nella serie cadetta venne osservato con attenzione dai giallorossi che lo portarono a Trigoria nel 1980. All’epoca sulla panchina della Roma c’era il barone Nils Liedholm che lo fece esordire nella massima serie il 30 novembre 1980 nella vittoria per 3-1 contro l’Udinese. Quell’anno i capitolini terminarono la loro stagione al secondo posto, ma Dario Bonetti e compagni festeggiarono la vittoria della Coppa Italia sconfiggendo il TorinoBonetti collezionò ben 46 presenze tra il 1980 e il 1982. Nell’estate del 1982 viene poi girato in prestito alla Sampdoria nell’affare che portò Pietro Vierchowod in giallorosso. Bonetti fece il suo ritorno nella capitale appena un anno dopo rimanendoci fino al 1986. Giocò in giallorosso la sfortunata finale di Champions League in cui, nonostante il fallo netto su Tancredi, Bonetti fu protagonista in negativo nel gol del pareggio dei reds. Partita persa poi ai calci di rigore contro il Liverpool.

Dopo Liedholm, con cui ebbe una difficile ultima stagione, l’arrivo di Eriksson lo porta a comporre una coppia difensiva centrale strepitosa con Ubaldo Righetti e nel 1985-86 i giallorossi sfiorarono lo scudetto dopo aver rimontato ben 9 punti alla Juventus poi campione d’Italia. Con la maglia dei giallorossi siglò 3 reti: l’11 marzo del 1984 il gol vittoria contro il Napoli (1-2), il 15 dicembre 1985 la rete che sbloccò il risultato nello 0-3 della Roma sul campo del Lecce e il 13 aprile del 1985 la rete del nuovo vantaggio giallorosso nel rocambolesco 2-4 dei giallorossi sul Pisa.

AS Roma 1981/1982

La carriera da giocatore dopo la Roma

Poi una scelta di vita lo portò lontano da Trigoria, con cui – dal 1980 al 1986 – ha vinto 4 volte la Coppa Italia, Bonetti decise infatti di accettare le sontuose proposte del Milan di Berlusconi e si trasferì in rossonero per 2 miliardi di lire. Giocò nel Milan una stagione, per poi passare all’Hellas Verona dove disputò in gialloblù le stagioni dal 1987 al 1989, per poi essere acquistato dalla Juventus. Con i bianconeri arrivò il trionfo europeo: nella stagione 1989-1990 alzò al cielo la Coppa Uefa, oltre che la Coppa Italia.

Avellino, stadio Partenio, 16 maggio 1990. Pasquale Bruno (a sinistra), negli spogliatoi, stringe in mano il trofeo della Coppa UEFA 1989-1990 vinta dalla Juventus al termine della finale di ritorno, giocata in campo neutro, contro la Fiorentina (0-0); accanto a lui, i compagni di squadra Oleksandr Zavarov (al centro) e Dario Bonetti (a destra).

Nella stagione 1991-92 vestì la maglia blucerchiata della Sampdoria con cui vinse la Supercoppa italiana. Terminò la sua carriera alla SPAL con la retrocessione in Serie C nel 1993.

In carriera ha collezionato 287 presenze in Serie A, 78 in Serie B, 56 nelle Coppe Europee e 85 in Coppa Italia, 16 presenze nella nazionale Under 21 e 2 nella nazionale maggiore.

Il record di squalifiche in Italia, la clamorosa espulsione da allenatore in Scozia e la riconoscenza a Nils Liedholm

Ancora oggi detiene il particolare record di maggior numero di giornate di squalifica: 39. Solo nella stagione 1987/88, a Verona, arrivò a essere squalificato per 14 turni (poi ridotti a 10). Racconta Bonetti: “Anche allora fu un’ arbitro siciliano, Amendolia, a mettermi nei guai racconta me l’ ero presa con un guardalinee che nella partita con il Cesena ci aveva penalizzato. Gli avevo detto che non facevo tanti sacrifici in settimana per farmi prendere in giro da lui alla domenica. E gli avevo detto qualcosa di peggio. Amendolia allora mi raggiunse nel sottopassaggio e mi disse che avevo insultato lui. Gli risposi male. Mi diedero 9 giornate, poi me le ridussero, ma si innestò il meccanismo delle diffide e ne presi altre, quell’ anno. Non sono mai stato il tipo che picchia come un fabbro, piuttosto mi pizzicano per le proteste.”

Dario Bonetti da allenatore della Dinamo Bucarest, 2012

Prese tre mesi di squalifica per comportamento violento  anche in Scozia, quando era vice del fratello, allenatore del Dundee. I suoi ragazzi stavano giocando contro il Celtic e dopo un fallo di gioco ai danni di un avversario, entrò in campo, arrabbiatissimo, accusando l’avversario stesso di fingere per perdere tempo. In realtà, non fingeva affatto, poco dopo si scoprì che aveva riportato una rottura dei legamenti crociati. “Poi ho avuto quella disavventura di Milano. Difesi il mio maestro Liedholm, Liedholm uomo, da attacchi alla persona che non mi sembrarono giusti. La mia sembrò una ribellione. Non me ne sono mai pentito. A Liedholm debbo tutto come calciatore e, così, gli espressi la mia riconoscenza”.

La carriera da allenatore

Nel 1999 inizia la carriera da allenatore nella Sestrese per poi diventare vice allenatore al Dundee FC e poi tornare in patria per allenare il Potenza. Nel 2006 esperienza in Ungheria con il Sopron, per poi tornare nuovamente in Italia sulle panchine di Gallipoli e Juve Stabia. Nel 2009 diventa allenatore della Dinamo Bucarest per poi tornarci 2 anni più tardi e, nel 2012, trionfare in Coppa e Supercoppa di Romania. Nel mentre ha allenato il Pescina e la Zambia. Nel 2016, ultima panchina allenata, i rumeni del Târgu Mureș. 

Dario Bonetti con il Presidente dello Zambia

Dario Bonetti parla della Roma di Paulo Fonseca

Il 21 luglio 2019 ai microfoni di Radio Sportiva ha parlato così della Roma: Fonseca? Mi sembra un ottimo allenatore, è stato l’unico l’anno scorso a mettere in difficoltà il Napoli. La Roma ha scelto bene e sta allestendo una squadra interessante. Vedremo che risultati ci saranno”.

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