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Alla scoperta della Fiorentina di Italiano: dati e statistiche della Viola

La Roma torna a Firenze, guida tattica in vista dell'incontro all'Artemio Franchi: analisi del gioco, statistiche e possibili giocatori chiave

Dopo aver mandato in archivio la faticosa sfida casalinga con il Brighton, che ha dato un’identità all’andata degli ottavi di finale di Europa League, la Roma è già chiamata a raccogliere le forze per preparare la trasferta a Firenze, in programma il prossimo 10 marzo, con la Fiorentina di Vincenzo Italiano. La sfida, valida per la 28^ giornata del campionato di Serie A, si preannuncia uno snodo cruciale per il cammino di entrambe le squadre, in ottica Europa. Reduce da quattro vittorie nelle ultime cinque gare, infatti, la Roma ha bisogno di allungare la sua striscia di successi consecutivi per provare a tenere testa al Bologna, impegnato con l’Inter e fisso a +4 punti sui giallorossi, e non perdere terreno in favore di Atalanta e Napoli. La Fiorentina, dall’altra parte, proveniente da una sola vittoria nelle ultime quattro, sembra partecipare allo scatto europeo con il fiatone: 42 punti totali, sopra solo alla Lazio (40), e cinque sotto gli uomini di De Rossi. Proprio per questo, il prossimo impegno sul calendario assume un’elevata importanza; un’eventuale vittoria rilancerebbe i toscani a -2 dalla Roma, con la possibilità di accorciare l’Atalanta e, potenzialmente, superare il Napoli. Per scoprire meglio le principali caratteristiche degli imminenti avversari, dunque, andiamo ad analizzare tutti i dettagli che potrebbero fare la differenza e determinare l’esito della match.

Lo stile di gioco: solidità tra i reparti e capacità di adattamento

Sotto la guida di Vincenzo Italiano, stabile sulla panchina viola da ormai tre stagioni, la Fiorentina ha plasmato un solido schema tattico, il 4-2-3-1, che riflette in maniera evidente e tangibile l’approccio differente del suo allenatore, rispetto a buona parte degli altri tecnici. Questo sistema vede un trequartista operare dietro la punta, con il sostegno di due esterni offensivi, mentre il centrocampo è presidiato da due giocatori centrali, con la difesa che si schiera a quattro per garantire maggiore stabilità. Una disposizione che non rappresenta solo una questione di posizionamento sul campo, ma incarna l’identità stessa della squadra viola, che abbraccia il possesso palla e la costruzione del gioco dalla base, facendo leva sulla tecnica e la qualità dei suoi interpreti. La peculiarità della Fiorentina, inoltre, risiede nella netta sinergia tra i vari reparti, alimentata dall’intercambiabilità dei ruoli. Un aspetto evidente è la fluidità con cui i giocatori si muovono durante le varie fasi del gioco.

La dinamica di gioco: gli interpreti chiave della squadra

In questa dinamica, una pedina come Duncan, spesso affiancato da Arthur nella coppia di centrocampo che opera davanti alla difesa, anziché restare statico al centro del campo, si sposta per spingersi in avanti, con l’obiettivo di arrivare a dare una mano in attacco nella fase di possesso. Occhio anche al compito di Giacomo Bonaventura che, pur partendo come trequartista dietro a Belotti, si abbassa per rinfoltire il centrocampo, lasciando spazio agli inserimenti di Duncan e alle incursioni laterali di Ikoné e Nico Gonzalez. Anche il ruolo delle ali è degno di nota, con la loro capacità di adattarsi alle esigenze della squadra, alternando movimenti centrali e laterali per garantire ampiezza alla manovra. Al centro di tutto ciò, già nominato in precedenza, si erge Arthur, vero e proprio regista della squadra, la cui funzione non è solo quella di distribuire palloni potenzialmente pericolosi per far salire il gruppo, ma include anche la capacità di abbassarsi per aiutare i difensori centrali nella costruzione del gioco. La sua visione di gioco e la precisione nei passaggi sono fondamentali per orientare l’azione della squadra, mentre la sua abilità nel gioco aereo, sfruttando l’altezza di un pilastro come Milenkovic, aggiunge una dimensione verticale alle azioni offensive.

In fase di aggressione della palla, i centrali difensivi dimostrano tutta la loro utilità, spingendosi oltre la linea difensiva e costringendo i centrocampisti a compiere un riposizionamento rapido per mantenere l’integrità della retroguardia. Nella fase di possesso, la Fiorentina adotta un particolare schieramento: 2-1-5-2, che favorisce una costruzione dal basso e la ricerca di soluzioni offensive attraverso la precisione dei passaggi e gli spostamenti intelligenti dei giocatori. In questo contesto, Arthur si colloca al vertice del triangolo, fungendo da punto di riferimento per i centrali e aprendo opportunità per i compagni del reparto offensivo. Questo approccio riflette la filosofia di gioco di Italiano, che privilegia il controllo della partita e la ricerca costante di varchi nell’organizzazione difensiva avversaria.

Profili da tenere d’occhio

Tra i punti di forza del gruppo, come accennato, spiccano le abilità aeree di Milenkovic (25 presenze, 75% da titolare), il cui dominio in aria rappresenta un’arma fondamentale sulle palle inattive e negli scontri difensivi. A ciò si aggiunge la velocità e la capacità di dribbling degli esterni. Arthur (26 presenze, 2 assist) si distingue per le sue doti tecniche e di impostazione, orchestrando il gioco della squadra con precisione e visione di gioco. Non da meno sono le abilità tecniche e di dribbling di Nico Gonzalez (20 presenze, 7 gol, 1 assist), capace di saper creare efficacemente spazi e mettere in difficoltà gli avversari. Gli inserimenti dei centrocampisti offrono ulteriori soluzioni offensive. Infine, la presenza di subentrati con caratteristiche simili ai titolari consente al gruppo di mantenere la propria identità di gioco senza compromettere il livello della squadra. Occhio anche a Belotti, ex di turno, la cui possibilità di vederlo con una maglia da titolare si fa sempre più concreta.

Tiriamo le somme…

Provando a chiudere il cerchio, bisogna aggiungere anche che la squadra viola, nonostante le moltissime caratteristiche potenzialmente pericolose, non è immune da punti di debolezza. La troppa aggressività in fase di non possesso può creare spazi interessanti per gli avversari, esponendo la difesa a situazioni di pericolo, come visto nell’ultima finale di Conference League, persa con il West Ham a causa di un errore di questo genere. La mancanza di profondità in avanti rappresenta un’altra criticità, limitando le opzioni offensive e rendendo più prevedibile l’azione della squadra. La Roma, dunque, sotto i consigli tattici di Daniele De Rossi, proverà ad allungare a quattro la propria striscia di vittorie consecutive, con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile al quarto posto.

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