Esiste una netta differenza nell’approccio tra la gestione di Daniele De Rossi e quella di José Mourinho, che va oltre le strategie tattiche, i moduli e le condizioni fisiche individuali. Questa differenza risiede nell’utilizzo dei giovani calciatori, alcuni dei quali alla loro prima esperienza in Serie A o in competizioni europee, ma dotati di un grande potenziale.
Mentre Mourinho si riferiva a loro come “bambini”, De Rossi ha preferito una gestione graduale anziché un utilizzo eccessivo. Ci sono due ragioni principali per questa scelta.
In primo luogo, fino a questo momento De Rossi ha avuto a disposizione quasi tutti i giocatori della rosa principale e non ha avuto bisogno di attingere pesantemente dalla Primavera o di far giocare regolarmente i ventenni. Inoltre, preferisce non sovraccaricare i giovani di responsabilità.
Il primo motivo è predominante, poiché con giocatori come Spinazzola, Pellegrini, Aouar, Dybala ed El Shaarawy disponibili e in forma, è difficile dare spazio a giocatori come Zalewski, Bove, Pisilli, Pagano e Baldanzi.
Quanto al secondo motivo, emerge dalle dichiarazioni del tecnico riguardo a Bove, dove ha sottolineato che è normale essere la prima riserva e che il tempo e la pratica saranno fondamentali per sviluppare appieno le proprie capacità. Inoltre, c’è un progetto per farlo crescere come grande mediano, il che richiederà tempo e pazienza.
Per quanto riguarda Zalewski, è stato schierato come esterno offensivo e con De Rossi non ha mai giocato come titolare in Serie A, eccezion fatta per una sola volta in Europa League contro il Feyenoord. Lo riporta il Messaggero.