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Pellegrini: “La Roma è una squadra costruita per stare in alto. Col Porto ci aspetta una battaglia”(VIDEO)

Le parole del centrocampista giallorosso alla vigilia della sfida di Champions League

Lorenzo Pellegrini è stato intervistato in esclusiva dall’emittente “TeleRadioStereo“. Ecco le sue parole:

Ti faccio subito una domanda e ti do tre possibili risposte: l’ufficio stampa di dice che viene TeleRadioStereo, dici “no mamma mia di domenica…”, “se lo devo fare per forza…” o “perché no, tutto sommato non è un canale istituzionale magari posso raccontarmi un pochino di più”, che rispondi?

“Rispondo tutte e tre (ride n.dr.). Partendo da “no che palle domani è domenica”, alla seconda fino alla terza “vabbè dai facciamolo, è una cosa carina”. No a parte scherzi, mi fa piacere essere qui”

L’improvvisa popolarità che ti è piovuta addosso negli ultimi mesi, precisamente dal derby, non mi sembra ti abbia cambiato. Sono aumentate più le pressioni, le difficoltà o gli stimoli e la sicurezza in te stesso?

“In realtà credo sia stato tutto più semplice dal derby in poi. L’anno scorso è stato un anno particolare, ho dovuto fare i conti con nuove emozioni e nuove sensazioni. Non è stato semplice e credo si sia visto in campo, perché poi noi siamo fuori quello che siamo dentro il campo. C’è stata po’ di discontinuità, potevo fare molto meglio. Quest’anno ho iniziato un po’ così, poi è andata bene. Sicuramente dal derby è stato tutto più semplice anche per il calore della gente che per noi è essenziale. Questo fa capire anche che giocare una partita allo stadio con i propri tifosi che cantano e ti incitano ti dà quella spinta in più che ogni giocatore dovrebbe avere”

Noi entriamo qui a Trigoria e ci rendiamo conto, come disse De Rossi, che “tutto qui profuma di grande”. I risultati però a volte dimostrano altro. Se io dovessi chiederti di definire la dimensione Roma diresti che è una buona squadra, una squadra forte o una grande squadra?

“Dal mio punto di vista la Roma è una grande squadra e una grande società che ha dentro dei grandi uomini prima che grandi giocatori. E’ una società che tramite il proprio progetto deve porsi sempre obiettivi più grandi, ma non per raggiungerli dopo pochi mesi, anzi, deve costruire la propria casa…o il proprio stadio in questo caso (ride n.d.r). Piano piano, una pietra alla volta, non tutto insieme perché le cose fatte con calma sono quelle che vengono meglio. Bisogna porsi degli step e cercare di raggiungerli sempre e superarli, e andando avanti così la Roma può diventare da qui a qualche anno una delle squadre più importanti in Europa.

Tempo fa hai detto che ti piaceva questo nuovo ruolo da trequartista perché ti toglieva compiti tattici un po’ più precisi, poi ti abbiamo visto splendidamente da mezz’ala. Sei ancora convinto che quello di trequartista sia il ruolo più adatto o è un fatto mentale e sei sei al top puoi giocare in qualsiasi ruolo?

“Cerco di essere disponibile sempre in qualsiasi ruolo, se devo essere sincero il ruolo di trequartista è quello dove mi vedo un pochino di più. Ma non perché sono più avanti, perché anche da trequartista mi piaceva abbassarmi per prendere palla, giocare con i compagni, muovermi. Ed era proprio questo che mi piaceva. Giocando da mediano o da mezz’ala hai una posizione più fissa e devi dividerti il campo, giocando da trequartista invece può giocare più a tutto campo. Comunque mi piaciuto fare il mediano quando giocavamo a due, come ultimamente che stiamo giocando a tre mi piace fare la mezz’ala, che poi è il ruolo in cui sono nato”

In questa stagione alcuni risultati hanno lasciato i tifosi di cattivo umore. Se rimproverassi la squadra del fatto che forse avete pensato troppo che potevate esservi indeboliti invece di prendere consapevolezza che eravate comunque una grande squadra lo accetteresti o ti troveresti in disaccordo?

“Mi troverei un po’ in disaccordo perché noi il campo lo viviamo tutti i giorni e conosciamo le qualità dei nostri compagni. Non stiamo qui a raccontarci favole, quest’anno abbiamo sbagliato tante volte, anche volte che potevamo evitare soprattutto in campionato. C’è stato poi l’episodio del 7-1 contro la Fiorentina, che per me è un episodio perché è una partita che puoi rigiocare altre 100 volte e non la riperdi mai così, e ci sono sicuramente tante cose che dobbiamo migliorare tutti quanti soprattutto perché questa è una squadra fatta di ragazzi giovani che hanno bisogno di crescere e acquistare esperienza, me compreso. Personalmente, ma mi sento di dirlo anche a nome dei miei compagni, non c’è mai stato alcun dubbio sulle qualità di ognuno di noi, anzi, sappiamo che siamo una squadra fatta per stare in alto con tanti margini di miglioramento. Siamo fatti per stare in alto e vogliamo stare in alto”

A proposito di miglioramenti, in te rivedo un calciatore che ha fatto la storia della Roma come Peppe Giannini, un centrocampista classico, elegante che amava giostrare in mezzo al campo ma aveva le capacità di inserirsi e segnare spesso. Se penso ad una cosa in cui puoi fare di più è il numero di gol, sei d’accordo?

“Assolutamente, è una cosa in cui devo migliorare. A Sassuolo il secondo anno ho fatto qualche gol, l’anno scorso è andata un pochino peggio. Questa è una cosa in cui devo migliorare e si ricollega a quello che dicevo prima: abbiamo tutti margini di miglioramento perché siamo tutti ragazzi giovani. Io devo fare più gol ed è una cosa che voglio anche a livello personale e magari i miei compagni di squadra possono fare meglio qualcos’altro”

Eh uno di quelli che hai fatto vale per dieci…

“No no, vale per uno. Valgono tutti per uno”

Fidati vale per dieci, non lo dici ma noi lo pensiamo!

“E allora dobbiamo arrivare a venti (ride n.d.r)”

In qualche circostanza il Mister ha detto “non abbiamo ragionato da squadra”. Cosa succede quando la Roma si perde e non ragiona più da squadra, ve lo spiegate tra di voi?

“Non penso che sia un “non ragionare più da squadra” perché noi scendiamo in campo e vi assicuro che nessuno pensa al proprio orticello. Pensiamo a tutti quello che è l’obbiettivo, che è quello di vincere la partita o passare il turno come dovrà essere per esempio martedì contro il Porto. Su questo non mi trovate d’accordo, poi è umano che quando succedono episodi negativi si possano accusare un po’ inconsciamente. E anche questa è un’altra cosa su cui possiamo lavorare, quest’anno è successo in alcune occasioni che stai per fare una grande partita e per un episodio negativo la squadra subisce. Anche contro il Milan abbiamo preso gol per una situazione di gioco in cui io per primo potevo fare meglio, una situazione in una grande prestazione, e lì la squadra non si è buttata giù. Abbiamo continuato a voler vincere con la reazione di squadra. E la reazione di squadra se ce l’hai una volta vuol dire che ce l’hai dentro. Non penso che la nostra non sia una squadra perché io vengo dal campo e sono contento di farne parte. Sono contento di vedere i miei compagni e non c’è nessuno che non ho piacere di vedere quando vado ad allenarmi. Se un mio compagno sta in difficoltà in campo il mio primo obiettivo è quello di dargli una mano. E questo credo sia ragionare da squadra”

Come state in previsione di Roma-Porto?

“Vi assicuro che il Porto è una grande squadra, non è al livello delle top ma è una grande squadra che sa quello che vuole, che gioca, che corre, che è fisica e sarà una gara molto difficile. E’ normale che noi abbiamo voglia di passare il turno, un po’ perché lo abbiamo vissuto lo scorso anno e sappiamo cosa significa passare i turni. E’ una cosa che regala emozioni non solo a noi ma anche ovviamente ai tifosi, a tutta Roma. Si sente proprio nell’aria. Per noi è importante perché può cambia una stagione. Nonostante le difficoltà che abbiamo potuto trovare in alcune occasioni in questo inizio di campionato siamo ancora in lotta per il quarto posto e abbiamo voglia di tornare in Champions League anche il prossimo anno. Abbiamo martedì questa partita importantissima e sappiamo quanto lo è anche per i nostri tifosi. Vorrei dire che martedì sarà una battaglia da fare tutti quanti insieme perché è troppo importante entrare allo stadio e trovare il nostro tifo. Ti dà una spinta in più che gli altri non possono capire e dà una sensazione negativa agli avversari. Se vedono che una squadra non ha i tifosi vicini prendono forza e questo noi non dobbiamo assolutamente farlo. Sarà importante giocarla tutti insieme per fare una grande partita e passare il turno al ritorno”

Se volessi esprimere un desiderio per un tuo compagno di squadra, per chi lo esprimeresti?

“Mi viene da pensare a Daniele. Tutti sanno quanto è importante per noi, per tutta la squadra, anche solo averlo in campo. Daniele potrebbe scendere in campo e mettersi seduto, sarebbe già importante per noi. In questo momento che deve stare un pochino più attento con il fastidio al ginocchio e i problemi fisici, se dovessi esprimere un desiderio, lo esprimerei per farlo stare bene. Così magari fa stare bene anche noi”

Zaniolo ti sembra abbia la struttura mentale per sopportare queste pressioni?

“Assolutamente sì, penso che Nicolò sia una ragazzo molto intelligente, che sa cosa gli sta accadendo e sa che non gli succede nulla per caso. Sa che si è meritato quello che sta avendo in questo momento e che adesso per lui è tutto bello ma potrebbe esserci un momento in cui non sarà lo stesso. Lì dovrà essere pronto a dimostrare chi è veramente e credo che non sarà assolutamente un problema perché con la testa è come gioca: sa cosa vuole e se lo va a prendere”

Ti senti un giocatore “internazionale”? Ovvero capace di giocare in qualsiasi calcio e in qualsiasi paese…

“Non lo so, nel senso che non ho mai avuto l’occasione di giocare in altri campionati. Magari ce lo dirà il tempo con le partite in Nazionale, perché quelle sono le occasioni in cui hai la possibilità di confrontarti a livello internazionale. Quello a cui io penso sempre è di scendere in campo a Trigoria ogni giorno con la voglia di migliorarsi e di continuare a fare quello che si sta facendo altrimenti ci si mette un attimo a costruire la propria strada, a fare un passo falso e perdere tutto. Poi sono giovane, mi godo i miei 22 anni e spero di togliermi tante soddisfazioni”

Agostino Di Bartolomei, Bruno Conti, Peppe Giannini, Francesco Totti, Daniele De Rossi, Alessandro Florenzi, Lorenzo Pellegrini… E’ un tuo sogno?

“Assolutamente sì, l’ho detto tante volte. Anche solo essere qui è come stare a casa, qui ci sono cresciuto, qui ho fatto 10 anni di settore giovanile e poi è normale ambire ad arrivare a questo punto. Quando poi ci sei dentro non te ne rendi conto perché te la vivi. A volte ci ripenso quando faccio la strada per Trigoria, quante volte l’ho fatta con mamma e papà quando avevo 8/9… Ora la faccio per venire ad allenarmi al campo A, sono emozioni grandi che vivo ogni giorno e che sento dentro. Se in fondo alla lista di questi nomi c’è anche il mio è un’emozione incredibile”

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