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Carlo Bonini: “Questo pezzetto di verità serve a far riflettere su quanto accaduto in questa stagione”

Sono in grado di rispondere a qualsiasi replica che abbia a che fare con i fatti

Dopo l’articolo pubblicato da La Repubblica, Carlo Bonini (autore del pezzo) è intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo 92.7. Queste le sue dichiarazioni:

“Tifo roma da quando sono bambino. Se normalmente metto attenzione nel verificare ciò che scrivo, questa volta è stata tripla questa attenzione. Perché ho scritto di qualcosa che amo. Quando si parla di calcio a Roma le considerazioni possono essere inghiottite da aspetti emotivi.
Ho cercato di cercare di rimanere in una situazione di pura oggettività rispetto gli eventi. Non amo fare processi in genere e non li ho fatti nemmeno in questo caso. Il problema dei miei lettori me lo pongo. Credo ognuno sia libero di reagire, ma solo una cosa vorrei rassicurare tutti. Quello che stamattina è scritto sul giornale è qualcosa che è accaduto. Poi si possono fare tante considerazioni, nei limiti della civiltà”.

“Mi sono occupato anche di situazioni più complesse, come la sicurezza nazionale. Conosco bene certe dinamiche. La verità è sempre rivoluzionaria, la verità consente a tutti di misurarsi con dei fatti.
Mi auguro che, in una città abituata ad alimentarsi di voci, questo pezzettino di verità serva a questa tifoseria straordinaria a riflettere su quanto successo in quest’ultimo anno.
Sulle difficoltà che ci sono in questa città”.

“Le società di calcio cercano normalmente, per cercare di contenere le reazioni della piazza, finché è possibile di tenere i pezzi insieme. Anche se questi pezzi sono diventati cocci.
Ho la sensazione che la società abbia fatto un ragionamento, cioè quello di ricomporre un quadro profondamente inclinato intorno a questa vicenda. Non ho le registrazioni e i colloqui avuti da Ed Lippie, ma rispetto a quel fatto la Roma ha provato a percorrere questa strada.
Poi evidentemente non ha funzionato”.

“Alcuni passaggi rimasti inspiegabili di questa stagione trovano ora spiegazione con questi fatti.
Come cali di rendimento o anche l’allontanamento di Stefanini e Del Medico. Non so come venne commentato e analizzato questo evento, però ricordo che questo accaduto mi colpì. Si disse perché individuati come responsabili degli infortuni, ma c’erano delle cose che non tornavano”.

“Replica di qualche protagonista? Non lo so, non sono nella testa della società. Non ho idea di cosa la società farà. Per quello che posso dire sono tranquillo. Rispetto i fatti che ho raccontato sono più che tranquillo. Sono in grado di rispondere a qualsiasi replica che abbia a che fare con i fatti. Non ho paura che qualcuno mi dica che l’email non esiste. Non ci saremmo mai avventurati in questa storia senza avere la certezza del documento chiave di questa storia”. Perché Siviglia? Abbiamo viaggiato parecchio, abbiamo messo quella città. Non c’è un motivo particolare”.

Mi ha sorpreso la lacerazione interna allo spogliatoio. E poi anche la sensazione che la componente sportiva, i calciatori della Roma, abbiano ad un certo punto messo da parte il bene finale: cioè il bene della squadra. Ognuno ha pensato al bene di se stesso e questa città non lo merita”.

Il giornalista de “La Repubblica” è intervento anche nel pomeriggio ai microfoni di Radio Radio, tornando sull’inchiesta da lui condotta:

Sembra un romanzo tutto questo, il comunicato della Roma non smentisce nulla alla fine, ma perché De Rossi avrebbe dovuto far fuori Totti, sebbene non conti molto all’interno della società come detto da lui stesso in conferenza stampa?

“La domanda è intelligente e legittima, ma non ho una risposta, e non ne ho dato conto nel pezzo. Ci sono una serie di circostanze che in quella mail vengono accreditate, e che apparentemente non hanno una risposta logica. Credo che il punto sia questo: ad un certo punto, per ragioni che hanno a che fare con i rapporti interpersonali tra i protagonisti della vicenda e all’interno dello spogliatoio, questo grumo raggiunge una massa critica che quella mail fa deflagrare e che miete una serie di vittime. Questa mi sembra la questione centrale. Però non so perché De Rossi avrebbe voluto un allontanamento di Totti”

Molti cercano di capire chi siano le vostre fonti...

“Lo capisco, faccio questo mestiere da anni e mi occupo di altro. Interrogarsi sulle fonti è normale, capisco la curiosità ma non posso svelarla. Credo che concentrarsi sulle nostre fonti sia un po’ fuorviante. Se la Roma questa mattina avesse fatto un comunicato dicendo che la mail non esiste, allora avrebbe un senso, nel momento in cui cessa la materia del contendere però la domanda non deve essere ‘chi sono le fonti’…”

Voi cercate di far vedere un quadro di insieme partendo da dei documenti e ricostruendo la situazione ad ampio raggio...

“Non credo di avere nessuno scheletro nell’armadio e il tempo sarà galantuomo in questo. La forza di questa inchiesta è la verità. Abbiamo raccontato cio’ che siamo in grado di difendere in qualunque sede. Ora non va fatto il processo alle intenzioni, ma al quadro d’insieme di questa vicenda,  incrociato con gli scarsi risultati della squadra e la vicenda dello stadio…È questa la cosa più importante di tutto questo fatto. Magari Lippie aveva ragione a sostenere quello che ha detto, o magari ha esagerato nel dirlo, questo solo Dio lo sa. Il punto è che ad un certo punto qualche cosa è accaduta, e questo spiega anche un insieme di vicende poco chiare come l’allontanamento improvviso del medico e del fisioterapista. Nessuno ha dato una spiegazione a questo, e anche Del Vescovo oggi non ha smentito nulla. Querele? Sono abituato, e i processi per diffamazione possono diventare antipatici per tutti, anche per il querelante Noi non abbiamo difficoltà a dimostrare la verità, capisco le difficoltà di De Rossi e sono sicuro che a mente fredda capirà cosa è stato raccontato nell’articolo. Lo ritengo un uomo intelligente e mi auguro che non si avventuri in una querela. Ci sarebbe un processo penale, e dato che noi abbiamo i testimoni ci farebbe una brutta figura”

Quella mail potrebbe essere la versione di Lippie? Una sua interpretazione alla vicenda?

“Rispetto a questo posso dire che non essendo noi presenti nelle vicende che Ed Lippie riassume nella mail, l’unico modo per capire la verità sono gli esiti che la mail ha prodotto, ovvero l’allontanamento di allenatore e ds, l’allontanamento delle fonti citate da Lippie, il fatto che i 4 calciatori citati nella mail andranno via. A gennaio inoltre la proprietà ha riscritto le deleghe societarie. Io, per non saper leggere e scrivere, dico che se la mail ha generato tutto questo è perché chi l’ha ricevuta ci ha creduto, e non sulla parola ma dopo una serie di verifiche. Nel nostro racconto non c’è malizia, ma il mettere insieme una serie di cose”.

Lo Stadio?

“È decisivo, non solo per Pallotta ma per chiunque un domani dovrà comprare la Roma. La cosa può piacere o meno ma le regole del mercato sono queste. Se dovessi fare una previsione dico che lo Stadio si fa, è l’unica carta che ha il sindaco di Roma per riavere consenso. Non credo possa fare un’altra marcia indietro. I tempi saranno lunghi, ma si farà”

Le parole che avrebbe detto De Rossi sopo l’acquisto di Nzonzi?

“Noi l’abbiamo presa per come l’abbiamo scritta, ovvero una cosa detta in un momento di collera, una cosa emotiva. Ai suoi occhi era stata messa in discussione la sua centralità nella Roma. L’arrivo di Nzonzi lo ha vissuto come una minaccia. Roma salutò come una grande acquisto il francese. Quest’anno abbiamo visto dipanarsi una storia che aveva un doppio fondo più complicato e che ha prodotto quel che ha prodotto”

Si ferma qui l’inchiesta?

“Noi abbiamo scritto quello che abbiamo ritenuto solido e dimostrabile. Abbiamo anche altro materiale ma non necessariamente diventerà un pezzo, a meno che non ci convinceremo su quello che abbiamo. Non è cominciata nessuna campagna contro la Roma o De Rossi”

Perché l’articolo è stato scritto a Siviglia?

“Abbiamo visitato molte città e alla fine abbiamo scelto Siviglia, non potevamo mettere 5-6 città diverse”

 

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