Il rischio è di creare un’aspettativa non tanto superiore o inferiore, ma diversa, in grado di generare malumori nella tifoseria
Raccontare sì, nella maniera più dettagliata possibile anche, ma senza fare un passo più del dovuto o spostare troppo la mira: si rischia di fare più danni della grandine.
Sono trascorsi 48 giorni dall’annuncio ufficiale del club giallorosso relativo a Josè Mourinho e evidentemente qualcuno aveva completato un’equazione mentale alquanto poco realistica: una pioggia di campioni a disposizione dello Special One il giorno del raduno. In molti erano convinti che quella sensazione di sbornia epocale sarebbe durata ancora per molto e, anzi, si sarebbe ingigantita dopo ogni annuncio di mercato.
Cosa che non è accaduto e che ora genera un paradossale malumore. Ma andiamo con ordine.
IL CONTESTO È IL PUNTO DI PARTENZA
Fare mercato, tranne per alcuni club, è sempre molto complesso. Con bilanci sempre più in sofferenza, l’obiettivo è prima di tutto vender bene e poi non sbagliare in entrata. L’ambizione di regalare un colpo ad effetto, senza badare a spese e cifre, è privilegio che spetta a pochi.
Quando Mourinho arrivò al Tottenham, la prima confessione che fece (immortalata dalle telecamere di Amazon Prime) al suo assistente Joao Sacramento: “Sarà difficile trovare sul mercato giocatori più forti di Kane, Dele (Alli) e Son”.
Nessuno si senta offeso se pensiamo che rinforzare l’attuale Roma, alla luce dei risultati e della lacune mostrate dalla rosa, sarà impresa meno titanica e molto più alla portata del lavoro di Tiago Pinto.
SOGNARE È LECITO, MA LASCIATELO AI TIFOSI
Torniamo all’equazione che abbiamo citato in apertura, sintetizzata in un concetto che ha già riempito a dismisura bar, edicole, uffici e redazioni: “Se Mourinho ha firmato, ha senza dubbio ricevuto garanzie sul mercato“.
Assolutamente sì, ma sarebbe curioso trovare un allenatore che non cerchi garanzie sul rafforzamento tecnico della squadra che andrà ad allenare. Mourinho ha ricevuto garanzie che l’attuale rosa verrà migliorata, in maniera sostenibile e seguendo le sue indicazioni. In cima alla lista? Un portiere e un centrocampista. Se altre caselle si incastreranno, un portiere e un difensore centrale (di piede mancino). Quindi Donnarumma e Renato Sanches, in attesa di Icardi e Sergio Ramos?
Al netto dei sogni che il mercato consente di effettuare al tifoso, è bene rimanere aderenti non solo alle possibilità economiche della Roma, che possono essere a volte agevolate da particolari combinazioni (vedi Decreto Crescita), ma anche se non soprattutto all’appeal attuale della squadra giallorossa. Perché è vero che Mourinho è un biglietto da visita che farebbe impallidire molti, ma è pur vero che non sarà lui a garantire che la Roma lotterà per lo Scudetto o a trasferire la Roma dalla Conference alla Champions.
I campioni vogliono vincere e giocare in squadre che possano dar loro la possibilità di vincere: la Roma in tal senso non può offrire loro alcuna garanzia. Il mercato resta imprevedibile, colpi a sorpresa possono esser dietro l’angolo, ma creare grosse aspettative può essere controproducente, anche e soprattutto per i giocatori che alla fine arriveranno a Roma.
CONOSCERE PER POTER RACCONTARE
Il riferimento è semplice e anche molto diretto: Granit Xhaka. Molti, da appassionati di Premier League, non avranno dovuto attendere le gare della Svizzera a Euro2020 per farsi un’idea sul centrocampista, altri hanno cercato di recuperare il tempo (e le partite perse) con la semplice visione di tre gare.
Ed è assolutamente legittimo avere un’opinione sul calciatore: “mi piace“, “è quello che manca a noi“, “non spenderei quelle cifre“, “non credo che la Roma abbia bisogno di lui“. Il discorso cambia quando il giocatore viene raccontato per quello che non è e la delusione dei tifosi viene servita su un piatto d’argento.
Aspettarsi un Pogba bianco o un Gerrard del 2021 è sbagliato, valutare un uomo d’ordine in mezzo al campo, in grado di sapere leggere i ritmi della gara e capire sempre in anticipo la giocata giusta da fare, è cosa giusta.
Un po’ come il mercato della Roma: aspettarsi rinforzi mirati e competitivi è cosa giusta, alzando troppo l’asticella delle aspettative si rischia di fare la fine di Icaro.