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Caprari: “Zeman e Luis Enrique mi hanno segnato. Totti un campione in tutto, perfetto per il gruppo”

Le parole di Gianluca Caprari sulla sua carriera e sul futuro a Verona

Gianluca Caprari ha rilasciato un’intervista a “L’Arena”, dove racconta la sua storia e il suo approdo a Verona, dove pensa di avere trovato l’occasione giusta “per diventare un calciatore migliore. Di me dicevano: bravo, bello da vedere, ma… Ed è proprio il dubbio che voglio togliere. L’Hellas può aiutarmi”. Ecco le sue parole:

E lei con l’Hellas cosa vuole prendersi?

Voglio diventare un attaccante senza i “ma”. Più gol, prestazioni piene. E magari coronare un altro sogno.

Quale?

Poter tornare a vestire la maglia azzurra.

Solo questo?

Sì, al momento resto concentrato sul mio nuovo mondo.

Il calcio cos’è per lei?

Il calcio è vita, è passione, è poesia. Il calcio è il mio tutto. Il calcio è un’emozione indescrivibile.

Parla di emozione. Qual è stata la più intensa che ha provato da quando gioca?

L’esordio in Champions con addosso la maglia della Roma. Giocavamo contro lo Shakthar. Ho sostituito Perrotta.

L’allenatore che ha segnato la sua storia?

Sono due: Zeman e Luis Enrique.

Perché Zeman?

Il suo calcio è attacco totale, solo quello. Un invito a nozze per noi attaccanti.

Perché Lucho?

Aveva fiducia in me. Decisi di andare via, quando ero alla Roma, perché giocavo poco. Ma prima di andarmene lui mi chiese di avere pazienza. Forse sarebbe stato giusto ascoltarlo.

Chi è il campionissimo della sua storia da calciatore?

Totti. Lui faceva un altro sport rispetto a noi. Gli ho visto fare cose incredibili con la palla tra allenamento e partita. E, tra l’altro, Francesco non ci ha mai fatto pesare il suo talento. Ragazzo semplicissimo, perfetto per il gruppo. Un campione in tutto.

Caprari che voto dà a Caprari calciatore?

Galleggio sul sei. Voglio completarmi come giocatore. E Verona è il posto giusto.

Già, l’Hellas: cos’è l’Hellas per lei?

Una squadra dal cuore grande, un gruppo dall’anima grande. Il Verona affrontato da avversario mi ha sempre trasferito questa impressione. Cioè, quella di un gruppo di ragazzi pronti ad andare oltre. Sempre oltre.

Tra i suoi compagni, il più interessante?

Tanti. Penso a Veloso, Ilic, Barak, Kalinic, anche Simeone. C’è tanta qualità.

Perché il Verona di Tudor è diverso dal primo Verona di stagione?

Tudor è stato come una scossa. Il cambiamento ha portato giovamento. Ma aggiungo: anche il primo Verona non era male. Si giocava un buon calcio ma senza raccogliere punti.

Lo scudetto chi se lo prende quest’anno?

L’Inter ha qualcosa in più del Napoli.

La squadra sorpresa?

Credo possa essere l’anno della Fiorentina. E Italiano è un allenatore molto bravo.

Il miglior calcio?

Dico Atalanta, anche se ha accusato qualche passaggio a vuoto.

In Europa?

Il City su tutti.

I suoi campioni?

Messi è l’essenza del calcio. Federer è il prototipo del professionista perfetto.

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