Paulo Dybala è stato oggetto di una frase, per alcuni infelice, espressa da Francesco Totti due giorni fa. L’ex capitano romanista ha espresso infatti suoi personali dubbi sul prosieguo dell’esperienza dell’argentino in giallorosso a causa della sua (presunta o reale) costante fragilità.
“Se fossi un dirigente della Roma penserei bene a confermare un top player che gioca 15 partite all’anno”. E chi se l’aspettava? Di sicuro non Dybala, che non ha voluto replicare al pensiero di una leggenda del calcio ma conta di rispondergli sul campo già a Lecce, nel lunedì di Pasquetta, dopo aver messo a punto la muscolatura graffiata da uno scatto di troppo. Niente di personale, solo affari.
Sicuramente non gli ha fatto piacere svegliarsi con decine di messaggi che su Whatsapp lo “avvisavano” della frase di Totti. Anche perché il rapporto tra i due, nato prima dell’arrivo alla Roma di Paulo, è sempre stato buono, di rispetto reciproco.
Ma le sue sensazioni dopo dieci giorni di stop agonistico – è stato sostituito per un indurimento a Firenze, è rimasto in panchina a Brighton e non è stato convocato contro il Sassuolo – sono ottime: ieri Dybala si è allenato per conto suo, in attesa della ripresa degli allenamenti collettivi fissata per domani a Trigoria. Probabilmente De Rossi lo gestirà fino al termine della settimana e poi gli chiederà di forzare piano piano dalla prossima, sfruttando il posticipo al lunedì.
La Roma pensa solo a goderselo il più possibile. Nel presente e magari nel futuro. Tutto quello che poteva apparire scontato, cioè una separazione automatica in seguito all’esonero del mentore José, è tornato in discussione e dipenderà da molteplici fattori: è vero che Dybala può liberarsi entro la fine di luglio per 12 milioni, come scritto nella clausola rescissoria del suo contratto fino al 2025, ma è anche vero che il suo stipendio da 6 milioni più bonus facili non può essere recepito da tanti club. Lo scrive il Corriere dello Sport.