In un anno, dagli ottavi agli ottavi, diverse gli errori nei confronti della Roma
La Roma, nell’ultimo anno solare (dalla partita contro lo Shakhtar a quella con il Porto), non è andata molto d’accordo, per usare un eufemismo, con i direttori di gara nelle partite di Champions League. Spesso e volentieri, infatti, ci sono state diverse sviste arbitrali nei confronti del club giallorosso: alcune meno pesanti, altre che hanno invece decisamente condizionato l’andamento e il punteggio del match. Sono ben 6 le partite in cui i direttori di gara hanno preso decisioni che hanno danneggiato, almeno in parte, i giallorossi.
Shakhtar Donetsk-Roma (Atkinson, ING)
Nella gara di andata degli ottavi di finale della scorsa stagione, si registra un mancato rosso a Taison per una plateale gomitata a Perotti, con l’assistente dell’arbitro a mezzo metro di distanza dal fattaccio. Dopo le giuste proteste dell’argentino, il fischietto britannico ha deciso di ammonire entrambi i giocatori.
Barcellona-Roma (Makkelie, OLA)
Al Camp Nou rigore netto negato a Dzeko che subisce un fallo da parte di Nelson Semedo. Successivamente, intervento irregolare di Umtiti su Pellegrini a ridosso dell’area di rigore (non chiarito nemmeno dai replay se fosse fuori o dentro): nel dubbio, viene comunque fischiata la punizione dal limite e non il tiro dal dischetto.
Roma-Barcellona (Turpin, FRA)
Nel ritorno dopo pochissimi minuti non viene fischiato un penalty solare in favore della Roma per un fallo netto di Semedo ai danni di Kolarov. Nella seconda frazione, il calcio di rigore per fallo di Piqué su Dzeko viene ravvisato solamente dall’assistente di porta, poiché il direttore di gara transalpino aveva lasciato erroneamente correre. Fischiato il penalty, solo giallo per il centrale spagnolo, che era invece da punire con l’espulsione. Nel finale, Alisson esce su Piqué lanciato a rete (partito in netto fuorigioco non ravvisato dall’assistente) e, sullo sviluppo dell’azione, per poco Dembelé non beffa l’Olimpico con un pallonetto dalla lunga distanza.
Liverpool-Roma (Brych, GER)
Il gol del vantaggio dei Reds è viziato da un fallo di Wijnaldum su Strootman, avvenuto proprio sotto gli occhi dell’arbitro. Fuorigioco netto di Salah nell’azione del 3-0: l’attaccante egiziano è in oltre la linea giallorossa (Fazio è l’ultimo uomo) sul passaggio di Alexander-Arnold: grave errore del primo assistente dell’arbitro, Borsch.
Roma-Liverpool (Skomina, SLO)
La sagra degli errori: Dzeko si invola verso Karius, lo dribbla e viene steso in area dal portiere del Liverpool: rigore netto se non fosse per il fuorigioco inesistente del bosniaco sbandierato dall’assistente dell’arbitro. Il 9 giallorosso, infatti, viene tenuto in gioco da Van Dijk. La decisione corretta sarebbe stata penalty per la Roma e giallo per l’estremo difensore tedesco di Klopp.
Nella ripresa, El Shaarawy calcia a rete a botta sicura, Alexander-Arnold letteralmente para la conclusione del calciatore giallorosso, evitando un gol fatto. Si sarebbe trattato di rigore ed espulsione del terzino inglese, ma l’arbitro assegna un semplice calcio d’angolo.
Porto-Roma (Cakir, TUR)
Fallo tattico di Militao, che non viene ammonito dall’arbitro, come invece successo a Zaniolo pochi istanti prima. Nei supplementari, concesso con l’on field review al Var un calcio di rigore per i padroni di casa per trattenuta di Florenzi su Fernando (partito forse in sospetto fuorigioco). Allo scadere, Schick viene sgambettato in area da Marega: l’arbitro turco si fida del silent-check col collega polacco Marciniak al Var e non assegna un sacrosanto rigore alla Roma, che verrà eliminata.
