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Si può dire “NO” al regime di Erdogan ma il prezzo è caro. Il caso Enes Kanter (FOTO/VIDEO)

Dal post di Cengiz Under al caso Enes Kanter, cosa succede quando ci si schiera contro Erdogan

Nelle ultime ore sono stati diversi i giocatori che hanno pubblicato attraverso i propri profili social messaggi di vicinanza al regime Erdogan o semplicemente all’esercito turco che in queste ore sta compiendo un’offensiva in Siria su diverse città curde. Tra questi giocatori spicca Cengiz Under, calciatore della AS Roma. Ma nel mondo ci sono diversi esempi di personaggi del mondo dello sport che hanno deciso di prendere le distanze dall’ideologia e dalla politica condotta da Erdogan. Tra questi c’è Enes Kanter e le conseguenze sono state terribili.

Enes Kanter è un cestista turco (nato in Svizzera) classe 1992 attualmente in forze ai Boston Celtics. Sin dal suo arrivo negli USA, avvenuto nel 2011 quando lasciò il Fenerbahce per approdare agli Utah Jazz, non ha fatto mancare il suo appoggio a Fethullah Gülen e al suo movimento Hizmet (il servizio).

Nel 2016 dopo il fallimento del golpe militare in Turchia, Enes Kanter ha pubblicamente attaccato Recep Tayyip Erdoğan. Esito? Il centrale turco è stato duramente attaccato sui social dai suoi connazionali ed ha collezionato numerose minacce di morte da diversi sostenitori politici dell’attuale premier turco. Il suo pensiero politico, agli antipodi di quello di Erdogan, fu addirittura aspramente criticato dal tecnico della nazionale di basket turca Ergin Ataman.

Disconoscimento forzato dalla famiglia e il processo in patria al papà Mehmet

Non finisce qui, dopo il suo appoggio a Fethullah Gülen, la sua famiglia è stata costretta a disconoscerlo come figlio proprio dal regime. Arrivata la scomunica delle autorità turche e allora il padre di Enes ha scritto una lettera a Erdogan, in cui disconosce il figlio. Il padre ha fatto sapere a Enes che dovrà cambiare cognome e che la sua famiglia non vuole più essere accostata a lui. «Se avessi saputo che portandolo negli Stati Uniti Enes avrebbe sviluppato certi atteggiamenti, non lo avrei mai fatto uscire dalla Turchia. Non potrà più portare il nostro nome perché lo sta infangando contro la Turchia». 

In questi giorni, peraltro, suo padre sta per essere processato in Turchia. Il dottor Kanter, un professore di genetica, è stato licenziato dalla sua posizione all’Università di Istanbul e inizialmente incarcerato per cinque giorni dopo essere stato accusato di far parte di “un gruppo terroristico” a causa del suo presunto sostegno al leader dell’opposizione Fethullah Gulen che secondo il regime di Erdogan avrebbe tentato un colpo di stato. Il processo di Kanter padre, la cui famiglia era stata costretta con forza a rinnegare il figlio Enes a causa del suo sostegno a Gulen, è già stato rinviato due volte.

In entrambe le occasioni il centro dei Celtisc aveva parlato con la stampa di quanto avveniva in Turchia. Quindi adesso, Enes ha scelto di rimanere in silenzio per non dare motivo di ulteriore rinvio. Senza prove, Kanter padre non può essere condannato per qualcosa che non ha commesso. Kanter sostiene i curdi e la loro lotta con il governo turco, ha affermato il suo manager Hank Fetic nella giornata di mercoledì scorso.

Non solo il padre. Il regime Erdogan isola Enes Kanter

Dei tifosi turchi cui aveva regalato le sue scarpette sono stati perquisiti e arrestati, così come è stato imprigionato un ragazzo che sui social l’aveva votato per l’All-Star Game dell’NBA, mentre un dentista di Istanbul che aveva una sua foto in studio è sotto carcerazione preventiva insieme con la moglie. E la famiglia? La polizia ha fatto irruzione nella casa di Kadiköy, quartiere cool che guarda il Bosforo dal lato asiatico di Istanbul, perquisendola e requisendo tutti gli apparecchi elettronici, dai cellulari ai computer, tanto che Enes non può scambiarsi nemmeno un sms con la madre. Il fratello Kerem dopo avere vinto l’Europeo Under 18 nel 2013 è stato bandito dalle rappresentative nazionali, adesso vive e gioca in Francia nel JL Bourg Basket, e il padre dopo cinque giorni di prigione è stato accusato di appartenere a un’organizzazione terroristica e rischia di scontare una pena di quindici anni. I loro passaporti sono stati annullati e non possono lasciare la Turchia.

“Hitler del nostro secolo” e altre dichiarazioni

Nel 2017 Enes Kanter ha definito Erdogan, nel corso di una conferenza stampa, “l’Hitler del nostro secolo”. Precedentemente le autorità turche avevano rilasciato un mandato d’arresto nei suoi confronti con l’accusa di appartenere a un gruppo terroristico.

Enes Kanter ha dichiarato: il mio problema non è con il mio Paese. Il mio problema è con il regime nel mio Paese. La Turchia potrebbe essere il ponte tra l’Islam moderno e l’Occidente. Ma in questo momento, non c’è libertà: nessuna libertà di parola, nessuna libertà di religione, nessuna libertà di espressioneNon c’è democrazia. Erdogan sta usando il suo potere per abusare dei diritti umani. Quello che sta facendo è una violazione dei diritti umani. Il mio obiettivo è essere la voce per tutte quelle persone innocenti che non ne hanno una. Capisco che potrei semplicemente chiudere la bocca, guadagnare milioni di dollari in America e non preoccuparmi di questi problemi. Ma alcune persone in prigione sono i miei amici, i miei vicini, le persone con cui ho giocato a basket“.


Nel luglio 2019 Kanter ha svelato che il consolato turco negli USA ha annullato un camp estivo presso il Centro islamico di Long Island al quale il giocatore dei Celtics doveva partecipare: “un consolato straniero non dovrebbe decidere se fare o meno un camp di basket. Ma hanno chiamato la moschea e hanno detto ‘se fate un camp con Enes Kanter, non siete più ammessi in Turchia‘. E’ la seconda volta che accade, era già successo a Dallas. Quando un campo viene cancellato, i bambini pensano che sia colpa mia, ma non lo è“. Il consolato ha respinto l’accusa definendo Kanter un ‘bugiardo’.

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