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Roma, l’equilibrio del gioco

Il Milan non è solo Ibra: occhio a Calhanoglu, il re degli assist

Stadio Olimpico, ore 20,45: c’è il Milan contro la Roma.
L’ennesima occasione, per la squadra di Paulo Fonseca, di battere una “grande” del nostro campionato.
Sarebbe la prima volta, in questo campionato, e un successo garantirebbe ai giallorossi la conferma in zona Championas.
In più, il Milan – che fino a pochi turni fa stava dominando il campionato – sarebbe lì, a portata di mano, lontano soltanto un paio di punti. Un incontro carico di significati, insomma, al quale la Roma si avvicina con una marea di assenti (Zaniolo, Dzeko, Smalling e Ibanez su tutti) ma con la certezza che, come dimostrato in Europa League, il gruppo ha raggiunto una maturità tattica e mentale che lo pone – almeno sulla carta – al riparo da sgradite sorprese.
Questo, ovviamente, non significa che per gli uomini di Paulo Fonseca sarà una passeggiata affrontare la squadra di Stefano Pioli: il Milan, anche se non sta vivendo un momento brillante (5 ko nelle ultime 13 gare), ha gioco e giocatori (non solo Ibra: 14 reti in 13 partite) in grado di indirizzare la partita dalla propria parte.
E, per questo, la Roma sarà chiamata a sbagliare il meno possibile, anche/soprattutto le scelte e le modalità delle giocate.

I rossoneri, ad esempio, sono abilissimi nel rovesciare l’azione (in trasferta, 9 successi, un pari e un solo ko: nessuno in campionato ha fatto meglio), talvolta senza affidarsi alla manovra ma andando direttamente su una punta (ottava squadra tra le prime dieci in classifica per passaggi nella metà campo avversaria). Ecco perché da parte della Roma – 12 vittorie e 4 pari nelle ultime 16 da padrona di casa – sarà obbligatorio mantenere equilibrio tra i reparti, evitando di concedere tempo e spazio agli avversari. Soprattutto a uno, e non è Ibra: Calhanoglu. Che vanta un primato stagionale: è il giocatore che ha creato più occasioni da gol nell’intera Serie A, 66 (media3,74 a gara: la media generale è 1,67). Inoltre, il turco è specialista nei calci piazzati.
Guaio, perciò, pensare a un Milan Ibra-dipendente (10 gol in carriera alla Roma).
E vietato concedere calci di punizione dal limite dell’area giallorossa.

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