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Dopo lo spavento, la reazione: da Tadic a Muriel, l’arte giallorossa di “rimanere a galla”

Dopo ogni momento di difficoltà, la Roma ha saputo ritrovarsi

First reaction: shock” avrebbe detto Renzi, riavvolgendo il nastro delle ultime gare della Roma e raccontando diversi momenti critici che i giallorossi hanno avuto modo di vivere. Sì, perché nell’ultimo mese la Roma di Fonseca ha cambiato pelle, mettendo in conto di soffrire, abbassandosi molto, spesso troppo, lasciando il pallino del gioco agli avversari e provando a punirli in contropiede. Non sempre il piano gara ha funzionato e in molti casi è servito l’episodio per far svoltare la gara a proprio favore.

Ajax-Roma

L’ingenuità clamorosa di Ibanez, che fa fallo da rigore su Tadic ad Amsterdam, pone la Roma in bilico sul ciglio di un burrone: l’eventuale raddoppio dei “lancieri” spalancherebbe le porte della semifinale all’Ajax.
Para Pau Lopez, Scherpen regala a Pellegrini il gol del pareggio e lì la Roma trova il coraggio di andare a vincere la partita.

Roma-Ajax

Copione simile all’Olimpico, nella gara del ritorno dei quarti di finale. L’Ajax gioca, la Roma si difende prima di concedere a Brobbey il gol del vantaggio. Gli olandesi raddoppiano, il VAR fa il suo e annulla per il fallo subito da Mkhitaryan.
I giallorossi si scuotono, trovano il gol di Dzeko, salgono di livello come prestazione e staccano il pass per le semifinali.

Roma-Atalanta

Nella sfida contro gli uomini di Gasperini, la Roma tiene il campo per i primi 20 minuti prima di sparire.
L’Atalanta passa in vantaggio, sfiora il raddoppio in più di un’occasione, ma sprecando troppo, come fa Muriel nella ripresa.
Poi l’episodio chiave: intervento assassino di Gosens su Veretout, secondo giallo e la gara che cambia.
La Roma si sveglia, pareggia e va negli spogliatoi addirittura con il rammarico di non aver vinto la gara.

Senza sminuire o sottovalutare le criticità emerse, strutturali, tattiche e caratteriali, la Roma ha dato un segnale importante: quello di rimanere dentro le partite, di soffrire, di rischiare di perder tutto ma non di perder mai la bussola, per poi ritrovarsi e portare dalla propria parte il fato. E questo servirà, tanto, anche a Manchester.

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