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È Zaniolo l’altra Joya di Mourinho: “Una potenza”

Nicolò sempre più al centro della Roma

Un piccola terra dell’abbondanza, dalla trequarti in su: Lorenzo Pellegrini, Paulo Dybala, Nicolò Zaniolo, Tammy Abraham, Andrea Belotti, Eldor Shomurodov e Stephan El Shaarawy, che per ora è assente e lo rivedremo dopo la sosta per le Nazionali. Ascoltando Mourinho, e lo suggeriscono anche i numeri, manca la cattiveria sotto porta: la Roma concretizza meno di quanto dovrebbe e potrebbe. La malattia del tocchetto per ora ha preso il sopravvento e i gol si contano col contagocce. Delle prime otto della classifica, la Roma, con otto reti, è quella che segna meno, almeno in campionato (cinque arrivano dalle punte, Dybala tre, e Abraham due).

Zaniolo deve cominciare a fare la differenza nel numero di gol, contro l’Helsinki, al ritorno dopo i 25 giorni di stop, ci è solo andato vicino. Dopo l’estate travagliata, nella quale Mourinho ha temuto di perderlo, Nico si è fatto trovare in tiro e ora aspetta che gli si spalanchi il futuro, non solo nella Roma, ma pure in Nazionale che lo ha escluso per gli impegni di Nations League del 23 contro l’Inghilterra e del 26 in Ungheria. Aquanto trapela da Trigoria, non è una scelta condivisa ma solo di Mancini. Lui sarebbe andato, ma per Mou, forse, è meglio così.

Per ora c’è solo la Roma: il suo procuratore è in continuo contatto con Pinto, si lavora per un rinnovo a cifre da big. Un contratto complicato, ma per tanti, la schiarita è vicina, quasi scontata. Domani all’Olimpico c’è l’Atalanta (torna Zalewski), una delle due squadra alle quali lo scorso anno è riuscito a segnare in campionato (l’altra è stata l’Empoli). A Bergamo, lo scorso 18 dicembre, una delle sua migliori prestazioni, che aveva fatto pensare al suo sblocco definitivo. Zaniolosi prende gli elogi del tecnico dopo che lo scorso anno, qualche volta, lo aveva bacchettato. “È l’unico con potenziale fisico. Sì, ho avuto un po’ di paura di perderlo. Non tanta perché il direttore non mi ha mai detto che c’erano delle possibilità. È un ragazzo per bene, mi dicevano che era un disastro come professionista. O erano bugie o lui è cambiato. Mai visto arrivare in ritardo, mai problemi”. Lo scrive Il Messaggero.

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