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SPAL, De Rossi: “I tifosi romanisti non smettono mai di mostrarmi amore, sanno che è reciproco.”

La conferenza stampa di presentazione dell’ex leggenda giallorossa, ora nuovo tecnico della Spal

Dopo l’annuncio di ieri e il primo allenamento, Daniele De Rossi si è presentato in conferenza stampa come nuovo allenatore della SPAL. Joe Tacopina, presidente del club di Ferrara, ha così introdotto l’incontro: “In tredici anni di carriera qui in Italia, non sono mai stato così felice di presentare un allenatore come lo sono oggi. De Rossi è il nostro nuovo allenatore ed è un mio caro amico, sono contento di questa scelta. Ero convinto diventasse allenatore e questo mi riempie di gioia. Quando Daniele ha concluso il corso di Coverciano, ero convinto che prima o poi sarebbe diventato allenatore e oggi questo è accaduto. Daniele è una leggenda dello sport e un fuoriclasse, ammirata e rispettata in tutto il mondo. Per me è fantastico sia il nostro nuovo allenatore. È sempre stato un leader, un predestinato e una guida per i compagni. Per me è la scelta migliore che potessi fare, è stato un giocatore leggendario, possiede un’innata leadership e una grande fame di vittorie che trasmetterà a tutti i giocatori. È la persona adatta per noi in questo momento”.

Ecco le prime dichiarazioni di De Rossi:

“Ringrazio tutte le persone che mi hanno accolto, ero un po’ spaventato, entrare in un altro spgliatioio con un’altra veste mi faceva venire dei pensieri. Ringrazio Joe, è tutto vero quello che ha detto. Mi ha parlato di lavorare insieme quando ancora giocavo, è sempre stato un suo pallino. Spero di ripagarlo, mi ha dato una grande fiducia insieme al direttore. C’è grande amiciza e stima, lo ritengo un uomo vincente, anche per come si pone con la gente. È l’unico presidente che ha avuto 3 promozioni di fila. Sono contento di iniziare il mio percorso con lui. Tanta gente parla di me come un futuro buon allenatore, ma quando c’era da darmi una panchina tanti hanno avuto dubbi. La Spal ha avuto il coraggio e la follia di chiamarmi e sono contento.”

Come ti senti in vista di sabato…

“Forse ho sbagliato a parlare di paura, diciamo che la sensazione è come quando scuola. Non ho paura di niente, mi sento pronto e forte perché mi presento con la mia famiglia aggiuntiva che è il mio staff, non potrei essere più felice delle persone che lavorano con me, anche di quelle che non conoscevo. Una piccola parentesi, quando parlo di staff ringrazio il presidente della federazione di liberarmi e permettermi di essere qui. Sabato c’è il Cittadella, stiamo cercando di dire il giusto quantitativo di cose ai giocatori, non è giusto dire loro tante cose subito. Il nostro lavoro è un’ora in campo e 6-7 ore tra noi dello staff. È complicato fare l’allenatore, lo so bene vedendo mio padre, è complicato fare l’allenatore in corsa ma sono qui”.

Il modulo?

“Ci stiamo pensando, poi dobbiamo analizzare partita dopo partita. Sappiamo benissimo qual è il lavoro che dobbiamo fare, Venturato ha fatto un bel lavoro e ha fatto molto bene con il Cittadella per tanti anni. Sicuramente cambieremo qualcosina, ci teniamo qualche piccolo segreto in tasca. Nulla di clamoroso, ma aspettiamo”.

Hai visto lo stadio?

“Sono venuto qui una volta con la Roma, ma sono rimasto in panchina perché avevamo un derby o una gara di Champions dopo. Negli ultimi tempi ho guardato spesso la Serie B, al di là della SPAL ho sempre visto la Serie B e notavo alcuni stadi caldi come quello di Ferrara. Giocare per qualcuno o per qualcosa o per una città che non ci dorme la notte è importante, è un po’ quello che mi è successo da calciatore. Ho sempre dato la mia disponibilità ad andare, mi interessava un progetto serio e gente seria alle spalle. Un Centro Sportivo così ti fa venir voglia di stare 6-7 ore a lavorare, tante squadre di Serie A non sono a questo livello”.

Quali sono i tuoi concetti base…

“Devo fare una sintesi perché un calciatore deve fare tantissime cose. Se dobbiamo fare una sintesi, dico serietà e intensità in cui si affronta l’allenamento, è imprescindibile. Colgo l’occasione per ringraziare i ragazzi, ho dovuto frenarli un po’ perché quando si cambia allenatore si va a duemila all’ora. Serve rispetto per il nostro lavoro che ci dà gioia, fama, ricchezza, spensieratezza. Serve coraggio quando si è senza palla, quando si è con la palla, quando si deve aiutare il compagno in difficoltà, penso sia importante un po’ in tutti i campi”.

La Spal subisce tanti gol…

“Non è colpa di un singolo giocatore, ma del lavoro del reparto. Se difendiamo tutti insieme in una certa maniera, possiamo fare meglio. Dobbiamo leggere meglio alcune giocate, dobbiamo tirare fuori qualcosa di originale e fruttuoso”.

Ti vedi con uno schema fisso?

“Per me è fondamentale dal materiale che hai a disposizione, sarà fondamentale nella mia carriera essere entrato in corsa, penso che mi aiuterà tanto. Non amo gli allenatori che hanno determinati giocatori per giocare in uno schema, un allenatore bravo deve far viaggiare i giocatori come i cavalli”.

Panchina con tuta o giacca o cravatta?

“Sicuro con le scarpe da ginnastica perché ho giocato troppo tempo con gli scarpini. Comunque vorrei essere abbastanza comodo”.

Cosa promette ai tifosi?

“Mi ero promesso di non fare promesse che non ho la certezza di mantenere.
Prometto che la mia squadra sarà testa e cuore, possiamo dire tante cose per i tifosi o per noi, ma dobbiamo dare il 100% in ogni partita e ogni giorno. Se i tifosi sono così innamorati della SPAL, questo ci dà una motivazione in più. In carriera ho incontrato tante squadre organizzate, troveremo uno stadio che ci spingerà”.

Il capitano della SPAL Salvatore Esposito si ispira a te.

Tra i tanti giocatori che abbiamo seguito con l’Italia c’era proprio Salvatore Esposito, ho una sorta di predilezione per i mediani davanti alla difesa. È chiaro che poi da allenatore mi comporterò come tale, sto vedendo tanti giocatori che vanno a duemila. Non ho gerarchie, posso dire che Esposito è il nostro capitano e per questo è il giocatore più importante, ma sono stato colpito anche da altri giocatori.

Che impatto ha avuto con Ferrara?

Molto buono, ho sempre sentito parlare di quanto fosse civile questa città. Ho fatto due passi al centro e ho passato il 90% del tempo a guardare i video del Cittadella, le prime sensazioni sono che potrei stare molto bene. Il centro storico è fantastico, mi chiedono di farmi le foto.

Ti sono arrivati dei messaggi?

Ho tipo 400-500 messaggi che non ho letto. Ringrazio tutti le persone che hanno speso 30 secondi per ringraziarmi. Tanti messaggi inimmaginabili mi hanno fatto i complimenti, non ne posso citare uno solo perché sarebbe scorretto verso gli altri. Ho ricevuto tanto affetto, poi una piccola parentesi per i tifosi romanisti che mi hanno seguito tutta la vita e non smettono mai di mostrarmi amore, sanno che è reciproco.

Roberto Mancini?

Aveva il sogno che andassi a un’altra squadra, mi ha fatto un grande in bocca al lupo. Posso dire che siamo amici, mi ha insegnato tantissimo.

Sei stato accostato a 15 squadre.

“In realtà di proposte più concrete ne ho ricevute 3-4, ma ho ringraziato tutti. Gli altri nomi che sono usciti non sono veri, è molto semplice. Ho fatto dei colloqui, capisci se sei andato bene o meno bene, sembrava sempre che fosse fatta poi erano restii perché non avevo mai allenato. Ringrazio la SPAL per il coraggio e la lungimiranza”.

Hai già pensato al possibile incrocio con la Roma in Coppa Italia?

“Lo so perché mi hanno tartassato di messaggi, ma sinceramente non ci penso perché ci sono altre partite prima”.

Come ti descriveresti?

“Non mi considero un luminare o un genio, ma nemmeno uno stupido. Diciamo che sono un combattente, sono stato un calciatore grintoso e se riuscissi a trasmettere ai giocatori la fase combattiva e battagliera sarei contento”.

Pepito Rossi potrebbe tornare?

“L’ho conosciuto ai tempi della Nazionale, umanamente lo riabbraccerei con grande gioia. Sono appena arrivato e tutto voglio fare tranne che parlare di mercato, Rossi ha avuto tantissimi infortuni ed era veramente forte prima di tutti questi stop. È un ragazzo che sa farsi volere bene”.

Ci sono tanti allenatori in Serie B che sono campioni del Mondo.

“Dobbiamo ringraziare Lippi che ci ha trasmesso questo amore. A livello di immagine, avere un campione del Mondo in B arricchisce l’immagine, è tutto bello però dobbiamo offrire qualcosa di concreto perché sarà facilissimo vedere quanto la gente si dimentica in fretta quello che hai fatto in base alle prestazioni. Non dobbiamo pensare al mio passato come calciatore, non sarebbe buono per nessuno”.

Lo staff?

“Siamo stati accolti bene, ho portato un po’ di persone dietro e altre le ho trovate qui, sono molto contento”.

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