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Totti: “Potessi rivivrei tutti i 25 anni trascorsi alla Roma. Pellegrini? Contento per lui ma il capitano è Florenzi”

L’ex capitano giallorosso ha partecipato alla presentazione del nuovo libro del giornalista, durante la rassegna “Più libri più liberi” alla Nuvola di Fuksas

Francesco Totti torna al fianco di Paolo Condò. Dopo la biografia ‘Un capitano’, che si è rivelato un grande successo sia in Italia che nel resto del mondo, l’ex numero 10 della Roma oggi partecipa alla presentazione di un altro libro firmato dal giornalista.

‘La storia del calcio in 50 ritratti’ è il titolo del testo scritto dal giornalista presentato oggi al pubblico durante la rassegna ‘Più libri più liberi’, fiera della piccola e media editoria che si sta svolgendo in questi giorni nella capitale. Francesco Totti ha risposto presente, insieme ad altri personaggi di spicco come Walter Veltroni e Carlo Verdone, all’evento che si tiene oggi, giorno dell’Immacolata, all’Eur, alla ‘Nuvola‘ di Fuksas.

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Le parole di Francesco Totti:

Contento della Roma?
“Sono contento del momento della squadra e che Fonseca abbia capito cosa significa essere a Roma. Ha trasmesso positività ed energia a una squadra inizialmente in difficoltà e con delle lacune. Pensiamo e speriamo che sia un percorso positivo perché la Roma deve essere tra i top club in Europa”.

Sulla scelta di restare sempre in giallorosso.
“La mia è stata una scelta di cuore quella di indossare un’unica maglia. Per me era una doppia responsabilità da romano e romanista giocare nella Roma. È stata la vittoria più bella per me, ho messo la Roma davanti a tutto e tutti e sono orgoglioso di quanto ho dato a questa società. Sono strafelice e cammino sempre a testa alta”.

Se potessi rivivere un giorno già vissuto alla Roma, quale sceglieresti?
“Non uno, ma tutti i 25 anni trascorsi con la Roma, anche i momenti di difficoltà”.

Sulle difficoltà.
“Passare 25 anni nella propria casa con tante persone di passaggio non è mai semplice, condividere momenti belli e brutti, e da capitano ho dovuto tamponare alcune cose che non sono mai uscite”.

Un giorno che non vorrei rivivere?
“L’ultimo anno da giocatore. Il modo, il contorno di quello che è successo. Mi è dispiaciuto essere preso di mira non centrando nulla, ero il capro espiatorio di tutto. Ma nello stesso tempo cercavo di mettere la squadra davanti a tutto in modo che camminasse con i piedi propri. La Roma doveva essere la Roma e Totti faceva parte del gruppo della Roma”.

Il cucchiaio a van der Saar?
“Mi è venuta durante la settimana scherzando e ridendo con tutti i compagni di squadra e dissi che se avessimo tirato i rigori l’avrei tirato in quel modo. In allenamento siamo tutti bravi, poi quando è il momento clou fare quel gesto è una pazzia. Soprattutto se davanti hai un portiere che prende tutta la porta”.

Su Pellegrini.
“Lui faceva il raccattapalle quando giocavo, guardava da lontano. È un giocatore che può fare quei passaggi. Mi piace ma preferisco non parlarne, poi per la prima volta domenica ha indossato la fascia da capitano. Senza nulla togliere a Florenzi, lui è il capitano”.

Sul Mondiale del 2006.
“La vittoria del Mondiale è stata il coronamento di un sogno e di tutta la mia carriera. Battere Brasile, Spagna, Germania non è mai semplice. Fortunatamente abbiamo trovato la squadra giusta e l’allenatore giusto. Un allenatore conta tantissimo, conta il modo con si approccia con i giocatori. Per essere allenatore della Nazionale devi essere bravo, devi saper gestire un gruppo di 23 persone dove tutti vogliono giocare. E devi dare di più rispetto al tuo club perché rappresenti l’Italia intera. Lippi è stato perfetto perché oltre a vincere con i propri club ha vinto con la Nazionale e lui ha avuto questa fortuna che oltre a essere una grande persona si è messo a disposizione dei giocatori”.

Chi sono stati i tuoi modelli da ragazzo?
“Era il mio sogno diventare come Giuseppe Giannini, lo ammiravo tanto da giovane e sono felicissimo di esserci riuscito”.

Su Mazzone…
“Un secondo padre. Mi ha protetto, mi ha insegnato tanto e mi ha indirizzato verso la strada giusta sia in campo che fuori. Aver trovato lui, romano e romanista come me, è stato bellissimo”.

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