Alcuni avvenimenti nel mondo del calcio sono destinati a suscitare scalpore e polemiche, e uno di questi è sicuramente legato alla retrocessione del Santos, storico Club brasiliano, e al controverso blocco del giovane attaccante Marcos Leonardo. La decisione di bloccare il giocatore era stata interpretata da molti come un atto disperato da parte del Santos, deciso a preservare il proprio status a discapito del futuro del giovane attaccante, ma facciamo chiarezza.
Nella scorsa estate, la dirigenza della squadra sudamericana cerca freneticamente di evitare la retrocessione, trattenendo in tutti i modi possibili il giovane gioieillino della rosa, Marcos Leonardo, fortemente richiesto dalla Roma. I giallorossi sono reduci dalla cocente delusione di Budapest e in cerca di un nuovo attaccante protagonisa che possa sostituire Tammy Abraham, out per buona parte della stagione imminente a causa di un grave infortunio al crociato.
La mossa delle Peixe, però, solleva diverse critiche, specialmente all’interno della società capitolina, e mette in luce il conflitto tra due importanti questioni. Da una parte, c’è la comprensione della volontà del Club di conservare un elemento chiave per cercare di garantire la permanenza nella massima serie, ma dall’altra, risalta chiaramente una sorta di disinteresse allo sviluppo futuro del talento, classe 2003. Il fatto di voler di frenare la crescita di un giovanissimo attaccante, con in mano l’opportunità di giocare in contesti più competitivi, desta scalpore nella piazza giallorossa e infastidisce il direttore generale Tiago Pinto, che virerà su altri obiettivi, arrivando inaspettatamente a chiudere nel giro di tre giorni la pista Romelu Lukaku, con tanto di maxi accoglienza all’aeroporto di Ciampino e presentazione allo Stadio Olimpico. Nel frattempo, a circa quattro mesi di distanza da tali avvenimenti, e alla luce della pesante e inevitabile retrocessione maturata dal Santos, questo episodio solleva interrogativi più ampi sulla gestione delle giovani promesse nel calcio e sulla delicatezza delle decisioni che le squadre sono chiamate a prendere rispetto allo sviluppo dei propri talenti.